Lun, 2013-07-22 13:25

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Antiriciclaggio, il Comune di Milano apre il primo ufficio in Italia. David Gentili: “Bisogna cambiare prospettiva nel contrasto agli interessi mafiosi”.

David Gentili, Presidente della Commissione comunale antimafia e referente regionale di Avviso Pubblico per la Lombardia.

Lo scorso 10 maggio, il Comune di Milano ha deliberato l’apertura di un apposito Ufficio per raccogliere e segnalare alle autorità competenti, Banca d’Italia in primis, le cosiddette “operazioni finanziarie sospette” le quali, sovente, rappresentano degli indicatori di possibili casi di riciclaggio di proventi di attività criminali e legate al terrorismo.

Avviso Pubblico ha intervistato David Gentili, Presidente della Commissione comunale antimafia e referente regionale di Avviso Pubblico per la Lombardia, il quale è stato il promotore della delibera che ha istituto l’ufficio antiriciclaggio.

1. Il Comune di Milano ha approvato la delibera per l’apertura di un Ufficio che si occupa di segnalare alle autorità competenti i possibili casi di riciclaggio di proventi di attività criminali e di finanziamento al terrorismo. Cosa vi ha spinto ad adottare questo provvedimento?

L'esigenza di cambiare prospettiva nel contrasto agli interessi mafiosi, dettata dalla necessità di proteggere l'imprenditoria sana e tutelare la libera concorrenza. Non più, solamente, il controllo nell'assegnazione dei lavori pubblici, il controllo nei cantieri, i protocolli di legalità, quanto un'azione di stimolo e supporto alle indagini. Un'amministrazione comunale che non si limita a difendersi dalle mafie, ma le combatte a viso aperto, individuando il rischio di riciclaggio nel proprio territorio.

A Milano abbiamo bar, ristoranti, negozi che, faticosamente, mantengono aperta l'attività. Al loro fianco vi sono esercizi commerciali che aprono grazie ai soldi dello spaccio di droga, delle estorsioni, dell'usura, dello sfruttamento della prostituzione. Non possiamo rimanere inerti.

2. Quando è stato aperto l’Ufficio, chi e come si occupa della sua gestione?

La delibera che prevede l’istituzione dell’Ufficio è stata votata dalla Giunta il 10 di maggio 2013. Studiata e predisposta in seno alla Commissione comunale antimafia, su proposta di Mario Turla, consulente per le banche proprio per l’applicazione della normativa antiriciclaggio. Proposta che io raccolsi e rilanciai durante un seminario di Avviso Pubblico sugli indicatori di presenza mafiosa nei territori, tenutosi l’11 giugno 2011 a Palazzo Marino. Da allora iniziò una fase di sperimentazione al Comune di Corsico, realizzata con successo, ed ora Milano. Con l'approvazione della delibera di Giunta nasce a Milano, primo Comune in Italia, l'Ufficio per il contrasto al riciclaggio in applicazione della legge 231 del 2007. Nelle settimane scorse abbiamo avuto una prima importantissima riunione con la Uif (Unità di Informazione Finanziaria) della Banca d’Italia, che è rimasta molto impressionata dalla mole di dati che i Comuni hanno a disposizione e di quali potenzialità abbiano. Ora stiamo organizzando l’Ufficio, definendo procedure, ruoli e responsabilità.

3. In che modo verranno incrociati i dati ed evidenzierete le anomalie?

Le banche hanno piena conoscenza delle transazioni finanziarie e dei movimenti sul conto di un cliente e ne possono conoscere i motivi. I Comuni hanno invece in mano la vita delle persone: dichiarazioni Isee, licenze edilizie e commerciali, multe, dati ottenuti dal PRA, consumi elettrici e di gas, dati dell’anagrafe, dichiarazioni dei redditi. E poi la Polizia Locale, l’annonaria, la conoscenza che si ha del territorio, i segnali che giungono da esso: denunce informali, incendi, atti vandalici, negozi che per mesi rimangono chiusi per ristrutturazione, nonostante in possesso di tutti i permessi. I dati a disposizione vengono pesati singolarmente e correlati con altri. Dati che riguardano le persone, gli assetti proprietari delle attività, ma anche comportamenti anomali da porre in evidenza: per esempio un eccessivo turn over di licenze. Si definirà per quella persona, per quel professionista, oppure per quella azienda o per quell'esercizio commerciale, una fascia di rischio (nullo, basso, medio, alto). Il rischio è riferito alla possibilità che persone o aziende siano strumenti o frutti del riciclaggio di denaro proveniente da attività illecite. Successivamente, sempre sfruttando le segnalazioni raccolte dalla Polizia Locale, si possono fare ulteriori verifiche e decidere se segnalarle alla Uif. In questo caso sulla segnalazione verranno svolte ulteriori indagini finanziarie per poi decidere se archiviarla o inviarla alla Procura della Repubblica.

4. Il Comune di Milano, ultimamente, ha approvato anche la mozione da lei presentata e riguardante l’istituzione della procedura denominata “whistleblowing”. Un altro segnale forte che indica come il vostro Comune si stia adoperando concretamente per la lotta al crimine economico. Può spiegarci concretamente in che cosa consiste e come verrà messa in atto?

La mozione chiede alla Giunta di inserire nel Piano Anticorruzione, previsto dalla legge 190/2012, la procedura denominata Whistleblowing, destinata alla ricezione di segnalazioni provenienti dai dipendenti dell'ente, nel corso della propria attività lavorativa. È Transparency International Italia che, durante le audizioni in Commissione Antimafia, ha suggerito l'adozione del Whistleblowing.
La mozione chiede che vengano individuati strumenti di carattere informatico per accogliere segnalazioni di interesse pubblico, circostanziate e in buona fede, anche anonime, inerenti reati, irregolarità o anomalie in relazione alla propria attività in seno alla Pubblica Amministrazione. A titolo di esempio: pericoli relativi ai reati di corruzione, concussione, peculato, turbativa d'asta.
La mozione prevede che l'amministrazione comunale si doti di un Organismo di Vigilanza autonomo e indipendente che riceverà le segnalazioni, le verificherà ed, eventualmente, avvierà indagini interne.
Lo strumento del Whistleblowing è stato importato dalla tradizione anglosassone e scandinava, ed è già diffuso nelle aziende ed è utilizzato nelle procedure legate all’applicazione della legge 231/2001, che verrà applicato a Milano, primo comune d'Italia.

 

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