Ven, 2012-10-26 10:15 (Ultimo agg.: Ven, 2012-10-26 15:55)

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Iniziata la Festa nazionale di Avviso Pubblico. Interventi di don Luigi Ciotti, Damiano Tommasi, Michele Prestipino, Enzo Ciconte.

Ciotti: “La mafia si sconfigge con una società civile e responsabile”. Tommasi: “I gruppi criminali sono interessati al calcio”. Prestipino: “Bisogna creare un blocco sociale nuovo”. Ciconte: “I mafiosi scambiano le preferenze. I partiti prestino attenzione alla formazione delle liste. Nessuna regione può dirsi immune dal contagio mafioso”

Giovedì 25 ottobre, a Padova, si è tenuto il primo appuntamento della Festa nazionale di Avviso Pubblico, dal titolo “LEGALITÀ ORGANIZZATA. Scuole, imprese, associazioni, enti locali in rete... Prevenire e contrastare le mafie al tempo della crisi”. Ad aprire i lavori della Festa è stato Claudio Piron, assessore del Comune di Padova e Coordinatore regionale Avviso Pubblico, il quale ha affermato: “Bisogna iniziare ad educare i giovani alla legalità perchè sono loro la prima e più grande risorsa da cui questo Paese deve ripartire per riuscire a sconfiggere le mafie”.

A seguire Pierpaolo Romani, Coordinatore Nazionale di Avviso Pubblico, ha dichiarato: “Il Veneto e il Nord Est non sono terra di mafia, ma sono sicuramente una terra che interessa molto alle mafie per riciclare denaro sporco, soprattutto oggi in questo momento di crisi economica, e per il traffico di armi e stupefacenti.”

L’evento, intitolato “Cittadini si diventa. Come e perché educarci alla responsabilità”, ha visto la partecipazione di giovani impegnati in progetti di educazione alla legalità e la partecipazione di Pico Di Trapani, volontario dell’Associazione Addio Pizzo di Palermo e di Don Luigi Ciotti, presidente di Libera e del Gruppo Abele. Ciotti ha affermato: “Il problema siamo noi, innanzitutto. Le mafie esistono da più di cento anni nel nostro Paese. La corruzione e le mafie si possono battere, a condizione che ognuno si assuma la propria quota di responsabilità. Non dobbiamo essere cittadini ad intermittenza, ma dobbiamo essere cittadini responsabili individualmente e collettivamente. Il problema nel nostro Paese non è solo chi fa del male ma anche di quanti guardano e lasciano fare”. “Tocca a noi con umiltà e con forza stare insieme per far crescere una società civile e responsabile. Abbiamo bisogno – ha concluso Don Ciotti - di unire le nostre forze, le nostre idee, le nostre intuizioni e le nostre passioni per diventare persone più libere: è il noi che vince e la storia ce lo insegna”.

Audio degli interventi

  • 4a Festa nazionale di Avviso Pubblico.
    Padova, 25 ottobre 2012


    Ascolta gli interventi di: Claudio Piron, assessore del Comune di Padova e Coordinatore regionale Avviso Pubblico (.mp3), Pierpaolo Romani, Coordinatore Nazionale di Avviso Pubblico (.mp3), Testimonianza delle studentesse, (.mp3), Chiara Grattoni, studentessa Corso Alta Formazione contro le mafie (UNIPD) (.mp3), Pico Di Trapani, Volontario Comitato Addiopizzo Palermo (.mp3), Don Luigi Ciotti, Presidente di Libera (.mp3).

    Se non si visualizzano i player sottostanti è possibile scaricare i file mp3 elencati qui sopra. Potrebbe richiedere qualche minuto.

Nel pomeriggio, sempre alla sala MPX, si è tenuto il secondo incontro della giornata, dal titolo “Lo sport è… passione, impegno, pratica della legalità”. Partendo dal libro “Calcio criminale” (Rubbettino) di Pierpaolo Romani, sull’esistenza dei rapporti tra il mondo del calcio e quello delle mafie italiane e della criminalità organizzata straniera, Alessandro Donati, Maestro dello sport da anni impegnato contro il doping, ha dichiarato: “I problemi nel mondo dello sport esistono da molto tempo, ma c’è stata una disattenzione da parte di tutti che ha permesso ai dirigenti, agli allenatori e ai medici più spregiudicati di prendere il sopravvento”. A seguire Alex Zanardi, Campione paralimpico di handbike, ha affermato: “La percezione che ho spesso avuto come sportivo è che ci fosse qualcosa che non andava, qualcosa di disonesto. La coppa può essere un oggetto che riporta alla memoria tutti i sacrifici che hai fatto per conquistarla, ma se quell’oggetto ti fa pensare che l’hai ottenuta rubando non è più così bella”. “Ai nostri ragazzi – ha continuato Zanardi – bisogna raccontare il bello di mettersi in gioco perché è quello che va oltre la medaglia”. Poi il Campione olimpico di canottaggio, Rossano Galtarossa: “E’ noto che quando si vince si vive una realtà enfatizzata, ma dietro le grandi imprese c’è anche tantissimo lavoro che non viene mai raccontato. E’ giusto impegnarsi e puntare a vincere, ricordando però che le probabilità di non arrivare primi sono certamente maggiori rispetto a quelle di riuscirci”. Damiano Tommasi, Presidente Associazione Italiana Calciatori, ha concluso l’incontro dicendo: “La sofferenza che sta vivendo il calcio oggi va al di là della categoria: il calcio sta vivendo l’interesse di gruppi criminali. Molti ragazzi oggi lo utilizzano per altri fini: è diventato un modo, come altri, per fare soldi e questo porta i calciatori a perdersi e a non avere più coscienza di loro stessi. Per usare una metafora, direi che bisogna ritornare all’orto, per comprendere il senso della fatica, la pazienza e la cura che sono necessarie per ottenere un risultato”.

La giornata si è conclusa con l’incontro, moderato da Lorenzo Frigerio di Libera Informazione, intitolato “Il contagio mafioso. Focus sulla ‘ndrangheta”, insieme agli autori dei libri “Il Contagio” di Michele Prestipino, Procuratore Aggiunto a Reggio Calabria e “Banditi e Briganti” di Enzo Ciconte, storico della criminalità organizzata. Michele Prestipino ha affermato: “Parlando di mafia in Italia ci sono due parole che mi creano disagio: emergenza ed infiltrazione. Come si può dire che le mafie sono un’emergenza se esistono da almeno centocinquant’anni nel nostro Paese. E come si può sostenere che in alcune zone del Nord Italia c’è l’infiltrazione mafiosa, quando le nostre inchieste hanno portato a scoprire che, ad esempio, nell’hinterland milanese vi sono circa un migliaio di persone affiliate alla ‘ndrangheta?”. Il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, inoltre, ha svolto una riflessione sul voto di scambio politico-mafioso affermando: “Quando un uomo politico si siede al tavolo con i mafiosi questo significa che riconosce loro un potere e la sovranità popolare. Anche al Nord, gli ‘ndranghetisti mirano a tessere relazioni con persone esterne al mondo criminale per fare affari e gestire potere”.

Enzo Ciconte, riprendendo quanto detto da Prestipino ha affermato: “Visto che tra qualche mese andremo a votare – ha concluso Ciconte - dobbiamo riflettere sulla nostra legge elettorale e fare molta attenzione alle liste. Io credo che reintrodurre le preferenze non sia la soluzione giusta, come dimostrano le recenti vicende accadute in Lombardia e nel Lazio. I mafiosi non scambiano i voti ma le preferenze che vengono date ai singoli candidati”. Lo storico ha concluso affermando: “Nessuna regione italiana può dirsi immune dal contagio dell’ndrangheta. La mafia calabrese è ovunque: ha rapporti con l’imprenditoria, con i servizi segreti, con la massoneria e con la politica”.

Cosa fare per sconfiggere le mafie? Prestipino ha affermato: “L’unica ricetta possibile per sconfiggere le mafie è quella della conoscenza, della comprensione del fenomeno, dell’organizzazione dell’azione di contrasto. Occorre creare un blocco sociale nuovo che sia in grado di contrastare quel grumo di interessi su cui si fonda il potere dell’ ‘ndrangheta. Occorre avere - ha concluso Prestipino - la consapevolezza che a Reggio Calabria stiamo giocando una partita che non riguarda più solo i calabresi, ma tutta l’Italia”.

Seguiranno altri comunicati nel corso dello svolgimento della manifestazione.

Si allega il programma della Festa

L’Ufficio Stampa
Giulia Migneco 335 7305980
stampa{AT}avvisopubblico.it

Vedi anche (edizione 2012):

FOTO DEL GIORNO 25 OTTOBRE 2012MULTISALA MPX, VIA BONPORTI 22.
     

 

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