Mar, 2013-01-29 13:30 (Ultimo agg.: Mar, 2013-01-29 13:35)
Intervista a David Gentili, Presidente della Commissione comunale antimafia di Milano. “Ecco perché ho sottoscritto la Carta di Pisa proposta da Avviso Pubblico”
David Gentili, Presidente della Commissione antimafia del Consiglio comunale di Milano, ha deciso di sottoscrivere la Carta di Pisa, il codice etico-comportamentale redatto da Avviso Pubblico e rivolto a chi ricopre incarichi pubblici. Un modo per contrastare la corruzione a partire dall’impegno personale del singolo, mostrando così il buon esempio. Avviso Pubblico lo ha intervistato.
1. Cosa l'ha spinta a sottoscrivere la Carta di Pisa proposta da Avviso Pubblico?
Mi ha spinto la voglia di segnare con nitidezza un confine preciso tra la responsabilità politica e la responsabilità penale in merito alle proprie azioni amministrative. Non si possono aspettare le sentenze per giudicare un amministratore. La nostra carta costituzionale all’articolo 54 lo ricorda in maniera molto precisa. C'è sempre più bisogno che la politica giunga prima della magistratura. C'è sempre più bisogno di trasparenza per dare nuova fiducia alla politica e ai partiti, indispensabili per una democrazia compiuta.
2. Lei pensa che esista la possibilità che i membri della giunta e del consiglio comunale di Milano sottoscrivano questo codice etico-comportamentale?
C’è già stata una seduta della Commissione consiliare antimafia, in cui sono stati uditi Roberto Montà, Vice Presidente di Avviso Pubblico e Pierpaolo Romani, Coordinatore Nazionale, durante la quale è stata presentata la Carta di Pisa. Successivamente, in ben due occasioni in Consiglio comunale ho fatto presente l’importanza di sottoscrivere questo codice etico-comportamentale. Purtroppo, per il momento, non mi risulta che nessuno si sia sentito coinvolto dal progetto. Soprattutto in queste settimane che precedono il voto, assumerò l'impegno di sollecitare ulteriormente gli assessori e i colleghi di Consiglio, tornando a spiegare la portata innovativa degli impegni che assumerebbero.
3. Su cosa ha lavorato, e sta lavorando, la Commissione comunale antimafia da Lei presieduta?
L’adesione ad Avviso Pubblico è stato un atto importante, un buon risultato della Commissione. Adesso stiamo lavorando sull’applicazione della procedura denominata whistleblowing, per la lotta alla corruzione, sull’approvazione in giunta della costituzione di un servizio antiriciclaggio del denaro sporco all’interno dell’amministrazione comunale, sull’apertura di uno spazio di ascolto e sostegno alle vittime di racket e usura e, insieme ad altri Comuni, stiamo contribuendo alla stesura del manifesto dei sindaci contro il gioco d’azzardo. Per ciò che riguarda lo sportello e la lotta al riciclaggio mi attendo, e in qualche maniera lo esigo, che nei prossimi mesi si possa dire che anche questi obiettivi sono stati raggiunti.
4. Attraverso quali pratiche, secondo lei, è possibile prevenire e contrastare le presenze mafiose in una città come Milano?
Facendo conoscere come si sviluppa il fenomeno, responsabilizzando tutti i cittadini nella lotta a questo potere criminale, ponendo l’amministrazione pubblica all’avanguardia di questo percorso politico, culturale e di azione amministrativa, creando delle reti territoriali nazionali, delle alleanze e utilizzando le buone prassi che tanti amministratori coraggiosi stanno implementando in questi anni.
5. Cosa pensa del rapporto mafia-politica e cosa chiede ai partiti che sono in campagna elettorale per le elezioni della Regione Lombardia e del nostro Paese?
La politica è uno strumento indispensabile per le mafie. Siamo venuti a sapere che nel 2010 ben sei candidati a diverso titolo, consapevolmente o meno, hanno chiesto i voti per le elezioni in Consiglio Regionale ad esponenti della 'ndrangheta. Per altri tre sono emerse vicinanze preoccupanti. Il politico è utile come lo sono il commercialista, l’architetto, il notaio, l’avvocato. Ora siamo alla predisposizione delle liste. Sappiamo bene che nessun codice etico per quanto fatto bene potrà sostituirsi efficacemente all'intransigenza degli elettori, alla capacità di scelta autonoma e rivolta al bene collettivo, alla denuncia pubblica, alle scelte coraggiose del singolo e al senso di responsabilità di tutti. Alla reale volontà di cambiamento.
A cura di Giulia Migneco
Foto e breve biografia
Eletto consigliere comunale nel 2008 e, successivamente, nel 2011. È stato per tre anni, Responsabile del gruppo infanzia del Partito Democratico. Nel maggio 2009, nominato coordinatore del Comitato antimafia dei consiglieri comunali. Dal 9 febbraio 2012 è Presidente della Commissione antimafia del Consiglio comunale di Milano.