Lun, 2011-04-18 19:30
Il Presidente della Repubblica scrive al Vice Presidente del Csm: intollerabile offesa alla memoria di tutte le vittime delle BR i manifesti appesi a Milano contro i magistrati
Lunedì 18 aprile, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato al Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Michele Vietti, una lettera resa nota dall'Ufficio Stampa del Quirinale.
Il Capo dello Stato scrive: "Il prossimo 9 maggio si celebrerà al Quirinale il Giorno della Memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice. Quest'anno, il nostro omaggio sarà reso in particolare ai servitori dello Stato che hanno pagato con la vita la loro lealtà alle istituzioni repubblicane. Tra loro, si collocano in primo luogo i dieci magistrati che, per difendere la legalità democratica, sono caduti per mano delle Brigate Rosse e di altre formazioni terroristiche … La scelta che oggi annunciamo per il prossimo Giorno della Memoria – prosegue Napolitano – costituisce anche una risposta all'ignobile provocazione del manifesto affisso nei giorni scorsi a Milano con la sigla di una cosiddetta "Associazione dalla parte della democrazia", per dichiarata iniziativa di un candidato alle imminenti elezioni comunali nel capoluogo lombardo. Quel manifesto rappresenta, infatti, innanzitutto una intollerabile offesa alla memoria di tutte le vittime delle BR, magistrati e non. Essa indica, inoltre, come nelle contrapposizioni politiche ed elettorali, e in particolare nelle polemiche sull'amministrazione della giustizia, si stia toccando il limite oltre il quale possono insorgere le più pericolose esasperazioni e degenerazioni. Di qui il mio costante richiamo al senso della misura e della responsabilità da parte di tutti”.
- L’elenco dei magistrati italiani caduti in difesa della legalità repubblicana (.pdf)
- Il sito della Presidenza della Repubblica
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- Campinoti: «L’Italia ha bisogno di una riforma della giustizia, che sia seria, fatta in tempi rapidi e attuata nell’interesse di tutti i cittadini. Sono da respingere e da condannare espressioni che qualificano i magistrati come eversori e brigatisti».
- Magistrati caduti in difesa della legalità repubblicana