Mar, 2013-03-19 17:55

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Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato la Legge regionale antimafia. Intervista al consigliere regionale (PD) Roberto Fasoli

Roberto Fasoli, Consigliere regionale del Veneto.
Aula del Consiglio regionale del Veneto.

Il 28 dicembre 2012 il Consiglio regionale del Veneto ha approvato la Legge regionale antimafia al fine di rafforzare e migliorare le misure di prevenzione del crimine organizzato e mafioso e della corruzione. Lo strumento legislativo intende altresì introdurre nuove misure volte a rafforzare gli anticorpi presenti nel tessuto istituzionale, sociale ed economico, favorendo in modo efficace la diffusione di una cultura della legalità e della cittadinanza responsabile. Avviso Pubblico ha intervistato il consigliere regionale (PD) Roberto Fasoli, proponente e relatore della Legge, per capire come è nata l’idea e quali fini si propone.

1. Il Consiglio regionale del Veneto ha finalmente approvato la Legge regionale antimafia. Può spiegarci quando e come è nata l'idea di questa legge? Quali sono stati i punti sui quali vi è stata maggiore discussione?

L’idea della legge nasce da un confronto con Pierpaolo Romani, coordinatore nazionale di Avviso Pubblico, che mi ha fatto osservare come il Veneto fosse una delle poche regioni che non aveva una legge contro la criminalità organizzata e mafiosa. Da qui nasce l’idea di un seminario regionale promosso, all’inizio dell’anno 2012, dal gruppo consiliare del PD aperto a tutte le forze politiche presenti in Regione per arrivare a scrivere assieme una proposta di legge e così abbiamo fatto. Dopo un anno intenso di lavoro è stata approvata all’unanimità la legge n.48. Sulla proposta si è costruita in itinere una consultazione delle istituzioni, delle forze politiche, economiche e sociali, dei cittadini, anche attraverso l’uso del portale del Consiglio Regionale. Si tratta di temi sui quali è indispensabile arrivare a proposte condivise. Uno dei punti di maggiore complessità è stato quello relativo alla stazione unica appaltante. Sugli altri si è riusciti, con un accurato lavoro di squadra, a costruire formulazioni condivise.

2. Quali obiettivi si pone la legge e in che modo intende raggiungerli?

Gli obiettivi sono descritti dal testo della legge agli articoli 1 e 2 in modo molto chiaro. Per sintetizzare possiamo dire che il titolo della legge ben esemplifica cosa ci proponiamo. Il titolo recita: “Misure per l’attuazione coordinata delle politiche regionali a favore della prevenzione del crimine organizzato e mafioso, della corruzione nonché per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile”. La Regione si propone quindi un serio lavoro di prevenzione in collaborazione con le altre istituzioni e le forze sociali attraverso la stipula di protocolli con forti azioni di formazione. Si propone una forte collaborazione con le forze dell’ordine e con la Magistratura e un serio sostegno alle vittime della criminalità.

3. Quali sono, concretamente, le nuove misure che la legge ha introdotto? E quanti fondi verranno stanziati per la sua attuazione?

La questione dei fondi è decisiva e nel bilancio si dovranno trovare i 600.000 euro per ciascuna delle due annualità 2013 – 2014. E’ tutt’altro che facile mettere a disposizione le risorse, se si tiene conto delle difficoltà attuali. La legge poi richiede norme attuative che dovranno essere realizzate dalla Giunta e dalla Presidenza del Consiglio. Si va dal Codice di autoregolamentazione del Consiglio (art.3) alla stazione unica appaltante (art.6), agli interventi per la prevenzione dell’usura e di altre fattispecie criminogene (art.11), alle azioni finalizzate al recupero dei beni confiscati anche con l’istituzione di fondi di rotazione e di garanzia (artt.11 e 12), alla realizzazione dell’Osservatorio regionale (art.15), alla organizzazione della Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie e del “Premio legalità e sicurezza” (art.17), alla partecipazione all’associazione “Avviso Pubblico” (art.18).

4. Lei pensa che in Veneto vi sia una coscienza diffusa del pericolo rappresentato dalle mafie?

Questo è un punto centrale che abbiamo affrontato all’inizio del percorso perché esiste nella nostra Regione una corrente di pensiero che tende a negare la presenza mafiosa o al massimo a giustificarla con la presenza di persone mandate in Veneto in soggiorno obbligato. Recentemente una serie di fatti concreti ha costretto anche i più restii a fare i conti con una crescente presenza della criminalità organizzata e mafiosa di varie provenienze. Le inchieste della magistratura e i numeri crescenti dei reati legati alla criminalità organizzata e mafiosa hanno fatto il resto e credo sia corretto dire che oggi la sensibilità è molto cresciuta.

5. La legge prevede l’adesione della Regione Veneto ad Avviso Pubblico. Ci può illustrare le ragioni di questa scelta?

E’ il positivo e costruttivo lavoro fatto a livello nazionale da “Avviso Pubblico” e il suo modo di operare mettendo al centro i problemi delle regioni e delle amministrazioni comunali e provinciali, a prescindere dalle diverse maggioranze alla guida, che ha reso possibile superare le iniziali perplessità da parte di alcuni. Credo che anche la preziosa collaborazione di Pierpaolo Romani alla stesura della legge abbia aiutato a fare questa scelta importante. Con l’adesione della Regione noi pensiamo diventi più facile anche per altri enti locali fare una scelta analoga, per rafforzare la rete delle amministrazioni impegnate a difesa della legalità e nella promozione della cittadinanza responsabile.

A cura di Giulia Migneco

Breve biografia di Roberto Fasoli

Veronese, del 1952, coniugato dal 1980. Maturità scientifica, Laurea e Diploma di Perfezionamento in Filosofia. Docente di ruolo nella scuola media superiore. Nella CGIL dal 1976. Già Segretario Generale della CGIL Scuola di Verona e dal 1985 Segretario Confederale. Dal 23 marzo 1998 al 20 gennaio 2006 ha ricoperto l’incarico di Segretario Generale della CGIL di Verona. Al termine del mandato sindacale ha lavorato presso l’Istituto di Ricerche Economiche e Sociali del Veneto. Tra i fondatori dell’Associazione per il Partito Democratico a livello locale, regionale e nazionale. Nel 2007 è stato eletto in Consiglio Comunale di Verona con oltre 1400 preferenze. Nel 2010 è stato eletto Consigliere regionale ottenendo circa 9000 preferenze in provincia di Verona. In Consiglio regionale è Vice-presidente della Terza Commissione per le attività produttive e componente della Sesta Commissione che si occupa di formazione e cultura. Attualmente è componente degli organismi dirigenti del PD a livello nazionale, regionale e provinciale.

 

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