Mer, 2013-11-06 09:50
Il Comune di Monteroni d’Arbia (SI) aderisce ad Avviso Pubblico. L’intervista al Sindaco Jacopo Armini
Il Comune di Monteroni d’Arbia, in provincia di Siena, ha recentemente aderito alla nostra Associazione. Ad illustrare le ragioni di questa scelta il Sindaco della città, Jacopo Armini.
Da quanto tempo ricopre la carica di Sindaco?
Sono stato eletto per la prima volta nel 2004 e riconfermato nel 2009.
Perché il suo Comune ha deciso di aderire ad Avviso Pubblico?
Perché la nostra amministrazione comunale condivide pienamente le idee fondanti della vostra associazione e, nello sviluppo della sua attività, fa in modo che la tutela della legalità democratica si manifesti in ogni sua forma e atto.
Cosa significa per lei impegnarsi per l’affermazione della legalità e della giustizia contro le mafie e l’illegalità?
Significa promuovere la partecipazione della cittadinanza e quindi la trasparenza, rendendo chiare e motivate le scelte che un’amministrazione prende. Significa, inoltre, favorire il rispetto delle regole in ogni contesto e luogo, dalla scuola al Comune. Solo costruendo un nuovo rapporto di fiducia tra i cittadini e le Istituzioni può affermarsi la legalità.
Quali attività e progetti il suo Comune ha messo in atto per promuovere una cultura della legalità democratica?
Siamo da sempre impegnati sul nostro territorio per favorire la cultura della legalità, attraverso varie tipologie di azioni. Per esempio da alcuni anni stiamo lavorando, insieme ad altre realtà istituzionali e non, ad un progetto per il rilancio dell’azienda di Suvignano, sia dal punto di vista economico sia per fini sociali. Lo scorso 8 settembre abbiamo bloccato per la seconda volta il tentativo da parte dell’Agenzia per i Beni Confiscati alla criminalità organizzata di mettere all’asta l’azienda con una grande manifestazione popolare. Monteroni era presente con tutta la sua cittadinanza perché oggi, grazie alle numerose campagne di sensibilizzazione e di informazione messe in atto in questi anni dal Comune, ogni cittadino sente un po’ sua la tenuta. Al di là di questo specifico aspetto, l’amministrazione si impegna da anni nella tutela della trasparenza amministrativa e nel rispetto delle regole.
Quali ostacoli ha incontrato e quali situazioni hanno favorito il suo operato su questo versante?
A favorire il nostro operato in questi anni è stata la grande partecipazione popolare, i semplici cittadini, ma anche i rappresentanti del mondo dell’associazionismo, locale e non solo. Un altro elemento positivo è stata la sinergia che si è creata tra le Istituzioni locali, la Regione Toscana e la Provincia di Siena, con le quali sin da subito vi è stata una concreta condivisione di obiettivi. Le difficoltà maggiori le abbiamo riscontrate nel tentativo di gestione dell’azienda agricola di Suvignano, che nonostante abbia ricevuto il parere favorevole dell’attuale vice Ministro agli Interni, Filippo Bubbico, e dell’allora suo precedessore, Anna Maria Cancellieri, resta ancora in stato di sequestro. L’assegnazione di questo grande patrimonio è invece quanto mai necessaria.
Cosa chiede ai partiti e a chi ci governa oggi per lottare più efficacemente contro la mafia?
Confiscare i beni alle mafie è un buon metodo per lottare contro la criminalità organizzata, perché si intacca il patrimonio e, quindi, il potere delle famiglie mafiose. Rivendere questi beni all’asta non è corretto sia perché si vende un simbolo di legalità di cui i territori hanno bisogno e sia perché può rappresentare un grave rischio. La criminalità organizzata ha infatti lunghi tentacoli e potrebbe tranquillamente rientrarne in possesso, nonostante i controlli messi in atto dall’Agenzia preposta alla vendita. Fare fallire le aziende confiscate perché per decenni vengono lasciate in stato di gestione controllata e, cioè, senza possibilità di fare investimenti tempestivi per la loro crescita, è una doppia sconfitta, perché è come dire che la mafia sa fare funzionare le sue proprietà meglio dello Stato. Per questo quello che chiediamo per lottare efficacemente contro la mafia è che la norma sull’assegnazione dei beni e delle aziende sequestrate e confiscate venga modificata quanto prima.
A cura di Giulia Migneco
Breve biografia di Jacopo Armini
Laureato in Scienze Politiche e iscritto al Pds nel 1997, è stato eletto in consiglio comunale nel 1999 e quindi nominato capogruppo della maggioranza di centro sinistra. Nel 2004, all'età di 28 anni, viene eletto Sindaco di Monteroni d'Arbia e diventa il primo cittadino più giovane della provincia di Siena. Quello in corso è il suo secondo mandato da Sindaco.