Gio, 2011-10-13 11:05 (Ultimo agg.: Mer, 2011-10-19 10:15)

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Entra in vigore il codice unico antimafia. Campinoti “del provvedimento annunciato rimane, in pratica, solo il titolo. serve un testo unico”

Entra in vigore oggi il Codice delle leggi antimafia (DLgs. 6 settembre 2011, n. 159). Da diversi anni, Avviso Pubblico e altre associazioni chiedevano che fosse approvato uno strumento di questo tipo per rafforzare e migliorare la prevenzione e il contrasto alle mafie. Tuttavia, le aspettative che nutrivamo sono andate in gran parte deluse. Infatti, dopo un’attenta lettura del provvedimento, abbiamo constatato che le perplessità e le indicazioni espresse dal mondo dell’associazionismo, dalla Commissione giustizia della Camera dei deputati, dal Procuratore nazionale antimafia, sono state considerate solo in minima parte dal legislatore. Dell’importante provvedimento annunciato rimane, in pratica, soltanto il titolo.

Il testo legislativo approvato non può definirsi un codice unico delle leggi antimafia. Esso, infatti, non appare esaustivo dell’intero sistema normativo antimafia, si presenta come un testo complesso che pone una serie di problemi interpretativi e di applicazione concreta, sia di norme già esistenti che di norme di recente approvazione. Il rischio concreto, quindi, è che si complichi la lotta per la sconfitta del fenomeno mafioso e che si disperda la positività della legislazione antimafia attualmente in vigore. Un rilievo, quest’ultimo, evidenziato anche dall’On. Angela Napoli, relatrice del provvedimento in Commissione giustizia della Camera dei deputati.

Per questi motivi, come Avviso Pubblico riteniamo che il Codice vada immediatamente sottoposto a revisione, per dare vita ad un testo unico capace di raccogliere, armonizzare e coordinare la normativa antimafia vigente, innovando laddove ciò si rende necessario. Questa operazione richiede un attento lavoro e un ampio confronto parlamentare e con le realtà e i soggetti che da anni sono impegnati sul fronte dell’antimafia sociale, evitando il ricorso alla delega al Governo che, anche in questa occasione, si è dimostrata limitativa dei principi e dei criteri di costruzione del percorso legislativo.

Non si parte da zero. Indicazioni utili ed importanti per la stesura di un testo unico antimafia sono contenute in diversi documenti, tra i quali si rammentano: quelli della Commissione Fiandaca (XIII legislatura); i lavori svolti dalla Commissione parlamentare antimafia (in particolare della XIII e XV legislatura); il parere espresso dalla Commissione Giustizia della Camera dei deputati nel corso dell’attuale legislatura; i rilievi emersi nel corso del dibattito parlamentare relativo alla discussione della legge 13 agosto 2010, n. 136 (Piano straordinario contro le mafie).

Nel testo unico antimafia dovranno essere inserite una serie di norme di cui oggi non si trova traccia nel Codice. Tra queste: la previsione del reato di autoriciclaggio; la tipizzazione del reato di concorso esterno in associazione mafiosa; la modifica del reato di cui all’art. 416-ter c.p. (voto di scambio politico-mafioso); la modifica delle normativa sulla costituzione di parte civile degli enti locali introdotta dalla legge 15 luglio 2009, n. 94; l’introduzione di norme relative all’incandibabilità e alla decadenza da incarichi pubblici secondo le previsioni normative indicate dai codici di autoregolamentazione dei partiti approvati all’unanimità dalla Commissione parlamentare antimafia; la modifica della normativa in materia di collaboratori e testimoni di giustizia e quella sullo scioglimento dei comuni per infiltrazione mafiosa. Occorre, inoltre, recepire il contenuto delle direttive europee in materia di beni confiscati e di contrasto alla corruzione, e introdurre norme che siano in grado di sostenere e sviluppare l’antimafia sociale.

Nel corso degli anni, la legislazione italiana antimafia è divenuta un modello a livello internazionale e deve continuare ad esserlo. A tal fine, è necessario essere consapevoli che la predisposizione di un testo unico antimafia non può esaurirsi in una mera operazione di tecnica legislativa. Insieme a questo aspetto, assolutamente necessario ed indispensabile, occorre fare in modo che non si disperda ma, al contrario, si percepisca e si valorizzi la memoria dell’impegno profuso da tante persone che si sono spese, sino al sacrificio della loro vita, per una seria e credibile politica antimafia.

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