Mar, 2013-04-16 14:55 (Ultimo agg.: Mer, 2013-04-17 12:35)
Il Comune di Milano aderisce ad Avviso Pubblico. L’intervista al Sindaco Giuliano Pisapia
Il Comune di Milano ha aderito alla nostra Associazione. Ad illustrare le ragioni di questa scelta il Sindaco della città, Giuliano Pisapia.
Da quanto tempo ricopre la carica di Sindaco?
Sono Sindaco di Milano dal giugno del 2011.
Perché il suo Comune ha deciso di aderire ad Avviso Pubblico?
Il Comune di Milano ha deciso di aderire ad Avviso Pubblico con un ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio comunale perché l’amministrazione milanese è fortemente impegnata nel contrasto alle mafie e alla criminalità organizzata.
Cosa significa per lei impegnarsi per l’affermazione della legalità e della giustizia contro le mafie e l’illegalità?
Impegnarsi per l’affermazione della legalità serve alla salvaguardia del territorio e allo sviluppo del Paese. Non c’è vero sviluppo economico e sociale se si accetta di convivere con le mafie. Significa, quindi, non nascondersi dietro un dito, ma parlare delle situazioni anomale, per saperle riconoscere e combattere. Significa far crescere le generazioni future attraverso la cultura della giustizia.
Quali attività e progetti il suo Comune ha messo in atto per promuovere una cultura della legalità democratica?
Fin dal mio insediamento abbiamo percorso passi importanti e concreti, come la nomina di un comitato di esperti antimafia, l’istituzione in Consiglio della Commissione consiliare Antimafia, la firma del protocollo con l’Associazione Libera, per promuovere attività educative e formative all’interno delle scuole. L’assessorato alle Politiche sociali, lo scorso anno, ha organizzato il primo festival dei beni confiscati alle mafie. Al momento a Milano ci sono 130 beni confiscati e assegnati al Comune, così ripartiti: 112 concessi a titolo gratuito a enti e associazioni, 16 in corso di concessione attraverso un bando e due in gestione diretta al Settore Anziani. Stiamo mettendo in atto tutti gli anticorpi necessari a riconoscere e a sconfiggere le mafie e la criminalità organizzata, soprattutto ora con l’Expo alle porte, che può fare nascere diversi appetiti.
Quali ostacoli ha incontrato e quali situazioni hanno favorito il suo operato su questo versante?
Il primo ostacolo, ormai superato, è stato quello di non voler riconoscere, da parte di alcuni, la presenza delle mafie al Nord. Per troppo tempo si sono chiusi gli occhi davanti all’evidenza. Soltanto una piena consapevolezza può essere la base sulla quale porre ogni iniziativa mirata al contrasto delle mafie.
Cosa chiede ai partiti e a chi ci governa oggi per lottare più efficacemente contro la mafia?
Chiedo che il Parlamento, il Governo e tutte le Istituzioni siano unite sul fronte della lotta alle mafie. Solo dopo ciò saremo in grado di mettere a punto strategie per combatterle.
A cura di Giulia Migneco
Breve biografia di Giuliano Pisapia
Giuliano Pisapia è nato il 20 maggio del 1949, a Milano, città che ama e nella quale ha sempre vissuto. E' laureato in Scienze politiche e Giurisprudenza. Negli anni dell’università ha lavorato come educatore al carcere minorile Beccaria, come operaio in un’industria chimica e come impiegato in banca. Solo a trent’anni ha cominciato a fare l’avvocato. Ha seguito, insieme al suo studio, molti tra i processi più importanti di questi ultimi anni. Ma ha anche continuato a seguire i casi minori, quelli che riguardano la gente comune e che non finiscono sulle prime pagine dei giornali. Proprio partendo da questo ha deciso di mettere la sua esperienza a disposizione della città, perché è convinto che per essere più ricca, attraente e sicura, una città deve cominciare con l’essere più giusta. Il suo impegno lo ha portato, nel 1996, ad essere eletto deputato come indipendente nelle liste di Rifondazione Comunista. In quella legislatura è stato presidente della Commissione giustizia della Camera dei deputati. Nel 2001 è stato rieletto deputato ed è stato presidente del Comitato carceri. Per la coalizione di centrosinistra, alla vigilia delle elezioni del 2006, ha coordinato il gruppo che ha preparato il programma per la giustizia. Nel 2009 è stato chiamato a presiedere la Commissione ministeriale per la riforma penale.
