Gio, 2012-07-12 08:45 (Ultimo agg.: Gio, 2012-07-12 17:40)
Commissione Giustizia. Il presidente Campinoti: “Bisogna estendere l’obbligo della documentazione antimafia anche per chi partecipa ai bandi di vendita del patrimonio pubblico”
Nel dare un giudizio sostanzialmente positivo dello schema di decreto legislativo ad oggetto dei lavori della Commissione, che integra ed anticipa l’entrata in vigore della riforma della documentazione antimafia contenuta nel decreto legislativo 159 del 2011, estendendone l’applicazione tra l’altro alle aziende straniere ed ai concessionari di giochi, il Presidente di Avviso Pubblico, Andrea Campinoti, ha però sottolineato che: “Bisogna eliminare il limite dei 150.000 euro come importo minimo dell’appalto sotto il quale non si richiede la documentazione e si deve eliminare la quota del 2% sotto la quale alle persone fisiche che detengono quote di società concessionarie di giochi non viene richiesta la documentazione antimafia”.
Tutto questo per eliminare in maniera ancora più decisa i canali attraverso cui le organizzazioni criminali e mafiose, sempre più concentrate nell’accaparrarsi spazi nell’economia legale, possono infiltrare gli appalti o le concessioni pubbliche. A tal proposito, il Presidente ha sottolineato con forza l’esigenza di prevedere l’obbligo della documentazione antimafia non solo per le procedure di appalto di opere pubbliche o di fornitura di beni e servizi alla pubblica amministrazione o di bandi per la concessione di beni pubblici, ma anche per poter partecipare ai bandi di vendita del patrimonio pubblico.
“Tante amministrazioni stanno infatti vendendo patrimonio immobiliare o quote di partecipazioni in società per la gestione di servizi, per poter recuperare risorse al fine di realizzare nuovi investimenti o per continuare a garantire l’erogazione dei servizi. Occorre vigilare affinchè questi patrimoni non cadano nelle mani delle mafie”.
Per concludere, il Presidente ha sollecitato il Governo a continuare in questa strada della riforma della 159 in quelle parti che già un anno fa alcune associazioni, tra cui Avviso Pubblico, avevano individuate come critiche nella fase di audizione in Commissione Parlamentare, a partire dalla restituzione per equivalente a carico delle amministrazione assegnataria dei beni immobili confiscati alle mafie.
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