Mar, 2014-04-01 12:45
Nuove opportunità di lavoro per i detenuti: il Protocollo d’Intesa tra il Comune di Castelnuovo Cilento (SA) e la Casa Circondariale. L’intervista al Sindaco, Eros Lamaida
Nel 2011, il Comune di Castelnuovo Cilento, ente socio di Avviso Pubblico, e l’Istituto penitenziario di Vallo della Lucania, hanno firmato un Protocollo d’intesa a favore dei detenuti a fine pena per dare loro una possibilità di recupero e nuove opportunità di lavoro. Un progetto per farli sentire utili, coinvolgendoli in qualcosa di pratico, ma allo stesso tempo un modo per mantenere il verde pubblico pulito, sistemato, senza spendere ulteriori fondi, viste le già limitatissime risorse economiche che il Comune ha a disposizione. Avviso Pubblico ha intervistato il Sindaco della città, Eros Lamaida, per saperne di più.
Quando e per quali necessità fu stipulato il Protocollo d’intesa tra il Comune di Castelnuovo Cilento e l'Istituto Penitenziario di Vallo della Lucania?
Il Protocollo d’Intesa tra il nostro Comune e la Casa Circondariale è stata siglato nel 2011 essenzialmente perchè abbiamo creduto e crediamo tutt’oggi che non si tratti di una spesa ma di un investimento. Finanziare e promuovere programmi d’intervento a favore dei detenuti significa dare loro una chance e investire in sicurezza sociale. E’ stato un modo per dargli la possibilità di respirare “qualche ora in più”, coinvolgendoli in qualcosa di pratico, ma allo stesso tempo per mantenere il verde comunale pulito, ordinato, senza spendere ulteriori fondi, viste le scarse risorse economiche.
In cosa consiste esattamente il Protocollo?
Si tratta di un accordo stipulato tra l'Istituto Penitenziario di Vallo della Lucania (SA), dove sono rinchiusi detenuti sex-offenders, il Tribunale di Sorveglianza di Salerno con l'Ufficio Penale Esterno e il Comune di Castelnuovo Cilento. La collaborazione prevede la promozione di un programma di attività lavorative che possono essere svolte dai detenuti fuori dal carcere. In particolare, i detenuti sono stati inseriti nel servizio di giardinaggio esterno del nostro Comune, per contribuire al mantenimento del verde pubblico. Il Comune si occupa di far loro un’assicurazione per coprire eventuali infortuni, provvede a prenderli e a riaccompagnarli nell’Istituto di pena e a dargli la colazione e il pranzo a sacco. Durante la loro attività vengono infine seguiti dal personale del Comune: vigili urbani, operai comunali, e anche da alcuni assessori.
Quanti detenuti hanno partecipato al progetto sinora?
Sinora hanno partecipato al progetto circa una ventina di detenuti, dei quali alcuni di essi hanno anche potuto usufruire di benefici nella pena loro attribuita. Sono tutti detenuti a fine pena, che hanno seguito un corso specifico con sociologi e psicologi ad opera del Tribunale e sono stati sottoposti a prove attitudinali da parte del personale dell'Ufficio Penitenziario, prima di poter essere inseriti in questo percorso lavorativo. Ci tengo a sottolineare che non abbiamo mai avuto nessun problema con i detenuti che si sono comportati sempre correttamente.
Quali sono state le difficoltà incontrate a livello amministrativo per portare avanti il progetto?
A livello amministrativo ci sono state tantissime resistenze, anche strumentali. Una forte, dura e “cattiva” strumentalizzazione politica ha cercato di fermare il progetto che, secondo il mio modesto parere, ha fatto fare un passo avanti in civiltà, non solo al Cilento, ma a tutto il nostro Paese. Ovviamente le difficoltà incontrate sono state anche a livello economico. Le spese sono state consistenti, ma poter dare ai detenuti l’opportunità di non sentirsi emarginati, ha contribuito a quel recupero sociale che dovrebbe essere lo scopo principale e rieducativo della stessa detenzione.
Qual è stata invece la risposta da parte della cittadinanza?
Molti cittadini ci hanno ringraziato per aver portato avanti questo progetto che ha fatto in modo che il nostro Comune arrivasse nella difesa di un precetto costituzionale prima di tante altre Istituzioni. Ci tengo a sottolineare che tutto questo non sarebbe stato possibile senza l’aiuto della Direttrice dell'Istituto Penitenziario, dott.ssa Rosaria Casaburo, e dell'assessore Cataldo Cianfaro, già agente di polizia penitenziaria, che hanno voluto fortemente questo progetto. Tanti altri cittadini inizialmente ci hanno invece criticato, perchè non ne hanno capito gli effettivi benefici.