Dom, 2012-05-06 22:00

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Scambio di buone prassi, diffusione dell’informazione e sostegno a chi si impegna. Intervista a Franco Corradini, referente regionale di Avviso Pubblico dell’Emilia Romagna

Franco Corradini, Assessore del Comune di Reggio Emilia.

Venerdì 27 aprile 2012, a Casalecchio di Reno, è stato ufficialmente costituito il Coordinamento regionale di Avviso Pubblico dell’Emilia Romagna e Franco Corradini, assessore del Comune di Reggio Emilia, è stato nominato Coordinatore regionale. Ecco la sua prima intervista.

Cosa ha provato in seguito alla nomina come referente regionale di Avviso Pubblico per la Regione Emilia Romagna?

Mi ha sorpreso positivamente la fiducia dei delegati nei miei confronti e questo mi ha fatto molto piacere. Tenacia e fiducia, voglia di sperimentare progetti, penso debbano essere le caratteristiche del nostro lavoro e cercherò di interpretare il ruolo con spirito di servizio e altrettanta passione.

Quali sono le questioni, secondo lei, sulle quali ci si deve concentrare di più?

Bisogna prima di tutto rafforzare un’alleanza tra i Comuni di modo che le azioni messe in atto diventino visibili a tutti i cittadini. Così come si deve trovare una profonda intesa con tutte le associazioni delle città, perché a tutti sia data la possibilità di far parte di un’alleanza per la legalità e per uno sviluppo democratico che renda impossibili infiltrazioni mafiose. I Comuni devono guidare i cittadini non solo ai fini di difesa della legalità bensì per allargare i confini della democrazia, per una nuova cittadinanza ove ad essere bandite sono le mafie. Informare i cittadini è fondamentale perché se non si conosce un fenomeno non si è capaci di fronteggiarlo e di combatterlo adeguatamente. Potremmo dire: Diritti per la nostra strada.

Qual è secondo lei l’importanza di un coordinamento di enti locali che si battono per la legalità?

Un coordinamento di enti locali è fondamentale per tantissimi motivi: in primis perché in questo modo può esserci uno scambio di buone prassi e questo fa sentire meno isolati coloro che si espongono di più, poi per determinare scelte unitarie tra le diverse amministrazioni e per condurre nelle singole realtà locali battaglie che aiutino ad affrontare anche le nuove dinamiche. In particolare per il Nord abbiamo assistito in questi mesi ad una maggiore aggressione da parte della criminalità organizzata, quindi il coordinare gli interventi e le azioni diventa di fondamentale importanza per contrastare questi fenomeni. La velocità con la quale queste forze si adeguano e sfruttano le realtà economiche e sociali è tale per cui se non si è in rete e uniti, si è più deboli , meno consapevoli e dunque più vulnerabili.

Come si stanno sviluppando le mafie in Emilia Romagna?

Le mafie ormai non hanno confini territoriali: le mafie sono sempre più radicate anche al Nord, e il nostro territorio non sfugge a tutto questo. Certo, stando alle indagini della magistratura, vi è sicuramente una differenza con ciò che ad esempio sta succedendo in Lombardia, soprattutto per come molti esponenti di amministrazioni pubbliche si siano lasciati convincere dalle sirene della criminalità organizzata. In Emilia possiamo dire che la ‘ndrangheta e la camorra, in particolare, si sono fatte molto più aggressive, arrivando a minacciare direttamente giornalisti, prefetti, sindaci, che si oppongo decisamente all’infiltrazione della criminalità organizzata.

Cosa possono fare gli amministratori locali per arginare questo fenomeno?

Innanzitutto parlare con i cittadini, dire come stanno le situazioni, ascoltare le testimonianze di chi è esposto al pericolo di condizionamento mafioso, sostenere gli organi dello Stato e interpretare presso di essi le esigenze di legalità dei cittadini. C’è bisogno di trasparenza, e dobbiamo compiere azioni in profondità per rendere leggibile ogni atto amministrativo che compiamo, sia come azione dovuta nei confronti dei cittadini che come atto di prevenzione verso le possibili infiltrazioni. Bisogna formare i pubblici amministratori e i tecnici, se necessario anche adeguare i regolamenti stilando nuovi protocolli ed essere molto vicini ai rappresentanti dello Stato. Il pericolo oggi non è solo nell’infiltrazione nell’economia, ma nella vita sociale delle città, per questo avere partiti politici sani, capaci di confrontarsi con i cittadini, è fondamentale Essere parte di un grande movimento democratico, dunque, e dire chiaramente che una delle condizioni per uscire dalla crisi finanziaria ed economica (e aggiungo civica) sta nell’affermare più legalità e diritti.

E quali azioni ha messo in atto il Comune di Reggio Emilia a tal fine?

Da anni, promosse dall’assessorato e dal Comune, continuiamo a proporre analisi scientificamente attendibili sulla presenza della ‘Ndrangheta e della criminalità straniera in città che hanno contribuito a far crescere la sensibilità e la conoscenza di questi fenomeni da parte dei reggiani. Tra qualche giorno inaugureremo il Centro di documentazione che arricchirà le nostre conoscenze mettendole in rete con i cittadini, gli insegnanti, le scuole, le organizzazioni professionali, il mondo economico, le associazioni della società civile; in una parola con quanti hanno voglia e interesse a conoscere e ad agire attivamente.

A cura di Giulia Migneco

 

 

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