Gio, 2010-10-14 14:30
Question time alla Camera dei deputati sulla protezione ai magistrati calabresi e sul presunto summit tra mafiosi a Messina. Il resoconto stenografico di mercoledì 13 ottobre
Rendiamo disponibile il resoconto stenografico del question time che si è svolto alla Camera dei deputati il 13 ottobre 2010 ed avente ad oggetto la richiesta di chiarimenti in merito alla protezione dei magistrati calabresi e al presunto summit mafioso svoltosi a Messina.
Camera dei deputati - Resoconto stenografico dell'Assemblea - Seduta n. 382 di mercoledì 13 ottobre 2010
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Intendimenti in ordine a misure di protezione a favore dei magistrati destinatari di minacce e intimidazioni da parte della criminalità organizzata ed elementi di competenza in merito ad una presunta riunione tra esponenti di vertice delle mafie svoltasi recentemente a Messina - n. 3-01277)
PRESIDENTE. L'onorevole Picierno ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01277, concernente intendimenti in ordine a misure di protezione a favore dei magistrati destinatari di minacce e intimidazioni da parte della criminalità organizzata ed elementi di competenza in merito ad una presunta riunione tra esponenti di vertice delle mafie svoltasi recentemente a Messina (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).
PINA PICIERNO. Signor Presidente e signor Ministro, vorrei dire innanzitutto che sono davvero sconcertata dall'assenza del Ministro degli interni, perché discutiamo di un argomento molto serio e viviamo un clima molto complicato: soprattutto negli ultimi anni nel nostro Paese stiamo assistendo ad una vera e propria escalation di violenza ad opera della criminalità organizzata.
Vorrei ricordare per questioni di tempo soltanto i fatti inquietanti che stanno accadendo a Reggio Calabria: ricordo soltanto gli attentati, le bombe, fino ad arrivare alla lettera anonima che è stata fatta recapitare di recente, come abbiamo appreso dalle agenzie, anche alla Commissione antimafia, che ha la forma di una nota riservata - vorrei sottolinearlo - di organi investigativi e che contiene informazioni su una presunta riunione che si sarebbe svolta a Messina tra esponenti di 'ndrangheta, camorra e cosa nostra al fine da individuare i nemici da eliminare.
Dunque noi chiediamo di conoscere cosa di gravissimo sta accadendo nel nostro Paese, perché viviamo un clima che ricorda molto da vicino quello degli anni Novanta. Chiediamo di conoscere cosa il Governo voglia mettere in campo e intenda mettere in campo per arginare quella che è una deriva preoccupante di violenza e chiediamo come intenda ovviamente tutelare l'incolumità fisica delle persone minacciate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.
ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, posso testimoniare che il Ministro Maroni è sempre disponibile a intervenire alle sedute del question time e che in questo caso aveva preventivamente comunicato, prima del deposito della interrogazione, la sua non disponibilità a partecipare a questa seduta, ma credo che sicuramente in altre sedute confermerà la sua presenza.
In ogni caso, rispondo sulla base degli elementi che ci sono stati forniti direttamente dal Ministero dell'interno che osserva come il quesito principale dell'interrogazione attiene a vicende sulle quali sono stati attivati poteri di cognizione da parte della magistratura attraverso indagini e procedimenti giudiziari e che, in presenza di questa situazione, il Ministero dell'interno su questi aspetti ritiene di essere incompetente a riferire. Quanto alla tutela dei magistrati, in particolar modo di quelli impegnati in indagini riguardanti la criminalità organizzata, essa è oggetto della massima attenzione da parte di tutte le competenti articolazioni del Ministero dell'interno. In particolare, sul territorio nazionale risultano tutelati, ai sensi dell'articolo 1 della legge n. 133 del 2002, con misura di protezione ravvicinata, 272 magistrati svolgenti funzioni sia giudicanti che requirenti.
Inoltre, 23 magistrati risultano assegnatari di dispositivi di protezione disposti dai prefetti nell'ambito delle loro esclusive competenze e altri 678 magistrati fruiscono di misure di vigilanza nelle varie forme di vigilanza generica radiocollegata, vigilanza dinamica dedicata e vigilanza radiocollegata a orari convenuti.
In particolare, nella sola regione Sicilia, esistono 105 dispositivi di protezione ravvicinata ai sensi dell'articolo 1 della citata legge n. 133, mentre nella regione Calabria tali dispositivi ammontano a 36. Infine, onorevole Picierno e onorevole Ferranti (che credo replicherà) quanto a un altro aspetto della vostra interrogazione, ossia ai magistrati e alle personalità citate nell'atto di sindacato ispettivo, il Ministero dell'interno fa presente che ciascuna di esse è già destinataria di dispositivi di protezione personale di livello estremamente elevato, proprio in relazione alle specifiche situazioni di rischio.
PRESIDENTE. L'onorevole Ferranti, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, va da sé che questa risposta, improntata alla massima burocrazia, non ci soddisfa e devo dire che è la seconda volta (poiché c'è stata un'altra interrogazione sul punto) che il Ministro è latitante rispetto ad una risposta e anche a una presenza fisica davanti a deputati che chiedono di sapere quali interventi intenda fare il Ministro dell'interno laddove le organizzazioni criminali stanno alzando i toni in maniera crescente, con una sfida sempre più a volto scoperto. L'azione criminale a Reggio Calabria al dottor Di Landro, a Pignatone, la lettera anonima fatta arrivare - come diceva prima la collega - addirittura oggi con sfrontatezza anche alla Commissione antimafia, oltreché al procuratore Lari, sono soltanto l'ennesimo episodio di una lunga serie di intimidazioni che ha origine perlomeno nel gennaio del 2010.
Siamo quasi alla fine di questo anno e due motociclisti nel gennaio 2010 avevano fatto esplodere un ordigno di fronte alla procura generale. È il segno, purtroppo, di una fragilità dello Stato che le organizzazioni criminali avvertono e la conseguenza di un'azione di delegittimazione continua nei confronti della magistratura da parte di esponenti autorevoli del Governo, di una politica della giustizia e della sicurezza che va avanti per slogan, che si accontenta di provvedimenti spot, ma che non si è fatta carico delle vere problematiche del Paese, soprattutto nelle zone dove è più radicata e diffusa la criminalità mafiosa organizzata in genere che si annida nelle istituzioni e nel mondo degli affari con un'arroganza e un'impudenza sempre più forti.
Sicuramente qualche risultato vi è stato per prendere qualche latitante, ma è stato il risultato di uno sforzo sovraumano degli investigatori, della polizia giudiziaria, dei magistrati, del pubblico ministero e di indagini di lungo corso. Ora oggi lei ci ha riportato i dati che riguardano le persone sotto scorta, ma in realtà non è stato fatto nulla per capire e per studiare il nuovo evolversi delle organizzazioni criminali mafiose e della 'ndrangheta in particolare. Infatti la criminalità si evolve.
Invece noi continuiamo a mandare un po' più di Esercito, un po' più di poliziotti a rischiare la vita, ma non stiamo facendo nulla per cercare di contrastare efficacemente questo fenomeno.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
DONATELLA FERRANTI. Le voglio dire soltanto un dato affinché riferisca al nostro Ministro, che nell'isola di Capo Rizzuto, che è la patria della cosca Arena nel distretto di Catanzaro, non c'è nemmeno un commissariato.
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