Mar, 2011-03-15 17:25

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A Potenza per ricordare gli amministratori locali vittime della violenza mafiosa

Quest’anno, insieme a Libera, faremo memoria delle vittime innocenti della criminalità organizzata in terra di Basilicata. Una terra bellissima, poco conosciuta, che ha visto tanti dei suoi abitanti emigrare verso l’Italia del Nord e i paesi europei alla ricerca di un lavoro e di una speranza. Una regione che molti pensano immune dalla presenza mafiosa ma che, come dimostra la scelta di celebrare lì la Giornata della memoria e dell’impegno, così non è. Avviso Pubblico giunge quest’anno a Potenza sentendo ancora forte il dolore e la rabbia per l’uccisione di Angelo Vassallo, il sindaco-pescatore di Pollica-Acciaroli, che tanto si è battuto perché la cultura della legalità e il rispetto dell’ambiente fossero pratica quotidiana tra i suoi concittadini. E insieme ad Angelo Vassallo vogliamo ricordare altri amministratori locali uccisi dalla criminalità organizzata come Gaetano Longo, Sindaco di Capaci, ucciso nel 1978; Marcello Torre, Sindaco di Pagani, ucciso l’11 dicembre 1980; Mimmo Beneventano, medico e consigliere comunale, ucciso a Ottaviano nel 1980 a soli 32 anni; Renata Fonte, assessore del Comune di Nardò, uccisa nel 1984; Pio La Torre, sindacalista e parlamentare a cui dobbiamo l’introduzione del reato di associazione a delinquere di tipo mafioso nel codice penale italiano e la possibilità di confiscare i beni illecitamente acquisiti dalle mafie. E insieme a queste persone non vogliamo dimenticare i bambini, le donne e gli uomini, i giornalisti, i sacerdoti, i sindacalisti, i magistrati, i funzionari pubblici e gli appartenenti alle forze dell’ordine che sono rimasti vittime della barbara violenza mafiosa.

Non dobbiamo dimenticare queste persone. Verso di loro abbiamo un grande debito da onorare. Quello di costruire un’Italia libera e liberata dalle mafie, dalla violenza, dal privilegio, dalla corruzione. Un’Italia, è bene dirlo in occasione del 150° anniversario della sua unità, che deve restare unita. Questo compito, certamente, spetta a ciascuno. Tuttavia, come amministratori locali aderenti ad Avviso Pubblico sentiamo forte il bisogno di dire che chiunque ricopre un incarico pubblico su mandato fiduciario dei cittadini deve sentire ancora più forte questa responsabilità. Chi amministra una comunità ha un dovere in più, non un diritto in più: quello di essere trasparente e di adottare, sia nella vita pubblica che in quella privata, comportamenti coerenti con i valori costituzionali della disciplina e dell’onore (art. 54). E tutti noi, come cittadini, siamo chiamati a non semplificare, a non generalizzare, a contrastare lo stereotipato pensiero secondo il quale ogni politico è corrotto e la politica è soltanto mero esercizio di potere. Oggi, in Italia, tanti amministratori locali hanno deciso chiaramente da che parte stare: da quella per i diritti e la giustizia, condizione essenziale per battere la mafia.

Andrea Campinoti
Presidente di Avviso Pubblico

 

 


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