Sab, 2010-05-22 09:25
Festa Avviso Pubblico: Costruire l'antimafia globale. L'Italia punto di riferimento.
Campinoti: le mafie sono un problema globale, di fronte al quale siamo chiamati a costruire un percorso di antimafia collettiva. Forgione: “Le mafie holding economiche finanziarie di 130-150 miliardi di euro l’anno”.
Si è svolta ieri sera, giovedì 20 maggio, presso il centro giovanile “I Macelli” a Certaldo (Firenze), la prima iniziativa pubblica che ha aperto ufficialmente la Seconda Edizione della Festa nazionale di Avviso Pubblico. L’associazione che, dal 1996, mette in rete gli Enti locali per la formazione civile contro le mafie. Nel corso della serata è stato presentato il libro “Mafia export”, di Francesco Forgione, ex presidente della Commissione Parlamentare Antimafia. Il libro racconta come le mafie italiane: Camorra, Cosa nostra, N’drangheta si sono sviluppate nel contesto globale. Nel corso del dibattito sono intervenuti: l’autore, Andrea Campinoti, presidente di Avviso Pubblico e sindaco di Certaldo; Ettore Squillace Greco magistrato della DDA di Firenze; Manuela Mareso direttrice di Narcomafie. “Il lavoro di Forgione- ha detto Campinoti- ci invita a prendere coscienza che le mafie sono un problema globale, di fronte al quale siamo chiamati a costruire un percorso di antimafia collettiva. In questo senso, l’Italia rappresenta un modello per la sua legislazione e per il lavoro che, tante scuole ed associazioni svolgono sul terreno dell’antimafia sociale”. Sulla stessa linea anche Greco: “Ancora oggi, molti pensano che il fenomeno mafioso sia una questione esclusivamente meridionale. I fatti dimostrano esattamente il contrario”. Il magistrato ha ricordato come “la scorsa settimana il GUP di Firenze ha condannato un camorrista che, in Toscana, grazie alla complicità di un istituto bancario locale, aveva investito una rilevante somma di denaro nell’economia legale. “A questo episodio- ha continuato Greco- la stampa Toscana ha dedicato piccoli articoli di cronaca, un gesto che può essere spiegabile da un lato rispetto alla sottovalutazione della pericolosità del fenomeno, o forse per fastidio”. A illustrare il libro è stato Forgione, che ha illustrato con esempi concreti come oggi le mafie italiane siano delle vere e proprie holding economiche e finanziare che, nel corso dell’anno hanno un fatturato di 130-150 miliardi di euro. “La forza economica delle mafie- ha detto- è anche forza politica, laddove lo Stato non è in grado di rispondere ai bisogni primari dei cittadini, come il lavoro. A questa sete di occupazione e di bisogni rispondono i boss che concedono come favore quello che le istituzioni devono garantire come diritto”. L’autore ha sottolineato come un’efficace lotta alle mafie si deve basare sulla salvaguardia dell’indipendenza della magistratura, e su una riforma etico- morale della politica, dell’imprenditoria e della società civile. Leggi come quella relativa allo “Scudo fiscale”, la depenalizzazione del reato di falso in bilancio, la vendita all’asta ai privati dei beni confiscati, non ultimo il DDL sulle intercettazioni sono provvedimenti che indeboliscono la lotta alle mafie. All’informazione, Forgione, ha chiesto di riscoprire il valore dell’inchiesta “in Italia, negli ultimi anni, sono stati uccisi 11 giornalisti per essersi impegnati nella ricerca della verità. Non dimentichiamoli”.
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