Ven, 2011-05-06 19:10
La Regione Emilia Romagna approva una legge contro le infiltrazioni mafiose. L’intervista a Simonetta Saliera, Vice Presidente della Regione Emilia Romagna
Martedì 4 maggio, la Regione Emilia Romagna ha approvato ad ampia maggioranza (si sono astenuti solo tre esponenti della Lega Nord) il progetto di legge “Misure per l’attuazione coordinata delle politiche regionali a favore della prevenzione del crimine organizzato e mafioso, nonché per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile”.
Un segnale importante e significativo sia per il fatto che a varare il provvedimento è stata una regione del Nord Italia, un territorio in cui ancora oggi diversi soggetti, del pubblico e del privato, tendono a negare o a sottovalutare la presenza del fenomeno mafioso, sia perché la legge offre gli strumenti necessari per prevenire il crimine, contrastare l’illegalità e promuovere la cultura della giustizia.
Avviso Pubblico ha intervistato Simonetta Saliera, vice-presidente della Regione Emilia Romagna e assessore regionale alle Politiche per la sicurezza, per capire meglio il valore di questa legge.
Perché la Regione Emilia Romagna ha deciso di fare questa legge?
Abbiamo voluto fare una legge che mira a prevenire il crimine e che, allo stesso tempo, diffonde e promuove la cultura della legalità per rafforzare le reti della nostra società. L’Emilia Romagna è, infatti, una regione ricca e molto produttiva. Qui la mafia è impresa, si muove su un terreno imprenditoriale per inserirsi nel tessuto produttivo. Con questa legge noi vogliamo creare una barriera alle infiltrazioni mafiose, capire come i criminali si muovono nella nostra società e dare la possibilità a tutti i soggetti pubblici e privati di fare qualcosa, di poter intervenire.
Cosa prevede la legge?
Il progetto di legge prevede la possibilità per la Regione di costituirsi parte civile nei processi per mafia per essere a fianco delle vittime. Il testo introduce nuove norme per potenziare l’attività di contrasto alle ecomafie e alle infiltrazioni mafiose nel settore dell’ambiente: per esempio verranno fatti accordi e convezioni tra la Regione e le autorità statali operanti nel settore ambientale, le associazioni di imprese, le organizzazioni sindacali e le associazioni di volontariato. La legge prevede, inoltre, un aumento delle azioni di diffusione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile nel mondo dell’impresa, della cooperazione, del lavoro e delle professioni.
Si parla anche di un Osservatorio regionale. Quale funzione svolgerà?
L’Osservatorio Regionale interno all’Amministrazione raccoglierà tutti i dati e il materiale disponibile al fine di rendere più agevoli ed efficaci i controlli necessari al monitoraggio.
Un’attenzione particolare la legge la dedica anche alle scuole e ai dipendenti pubblici. Ci può dire in che modo?
Saranno promossi percorsi didattici nelle scuole e si realizzeranno iniziative pubbliche per far sì che i cittadini siano più attenti, attivi e collaborativi. Sono anche previste iniziative di formazione per i dipendenti degli enti locali. Nella legge è stata inoltre inserita una clausola valutativa che prevede che ogni due anni la Giunta presenti all’Assemblea legislativa una relazione su tutto quello che è stato fatto negli anni precedenti in modo da controllare e valutare gli effetti e migliorare sempre di più le azioni di contrasto.
Perché la Regione ha deciso di aderire ad Avviso Pubblico?
La Regione Emilia Romagna vede in Avviso Pubblico un punto di riferimento importante. Insieme abbiamo lavorato all’elaborazione del testo di questa legge per definirne gli obiettivi e le principali modalità organizzative necessarie per raggiungerli. Avviso Pubblico ci ha spinto ad elaborare una legge ampia, che non identifichi nello specifico le diverse azioni da perseguire ma con la possibilità di agire su tutti gli aspetti. Abbiamo deciso di aderire ad Avviso Pubblico, enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie, perché pensiamo che possa aiutarci ad avere una maggiore attenzione verso un fenomeno così radicato come quello delle mafie e a contrastarne sempre più l’infiltrazione. E’ necessario attivare le reti tra pubblico e privato per opporsi alle mafie e tenerle fuori dal territorio.
Scheda biografica di Simonetta Saliera
E’ nata a Pianoro (Bologna) nel 1956, dove vive con il marito e il figlio. Dopo aver conseguito il diploma di maturità scientifica, ha lavorato dal 1980 come dipendente dell’Unione Montana Valli Savena-Idice. A Pianoro è stata consigliere comunale (dal 1985), poi assessore ai Servizi sociali, Sanità, Casa (dal 1987), assessore all’Urbanistica e bilancio (dal 1995 al 1999) e sindaco (dapprima dal 1990 al 1995, e poi successivamente dal 1999 al 2009). Dal 2004 al 2009 è componente l’Ufficio di presidenza di “Avviso Pubblico”, associazione di Enti locali e regionali contro le mafie. Da luglio 2009 a febbraio 2010 è stata assessore alla mobilità e infrastrutture del Comune di Bologna.
(Fonte: http://giunta.regione.emilia-romagna.it/)