Gio, 2010-06-17 11:40

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Mancata protezione a Spatuzza. Campinoti: “I collaboratori di giustizia sono uno strumento indispensabile nella lotta alle mafie. Intervenga la Commissione parlamentare antimafia”.

Firenze, 17 giugno 2010 - Comunicato Stampa

Negato il programma di protezione a Gaspare Spatuzza.Un caso simile, come affermano gli inquirenti, non si era mai presentato in passato. Non si comprende, infatti, come mai un collaboratore ritenuto credibile da tre Procure – Firenze, Palermo, Caltanissetta – e dalla Direzione Nazionale Antimafia non sia considerato tale dall’organismo ministeriale presieduto dal sottosegretario Alfredo Mantovano. Le dichiarazioni di Spatuzza, come ha affermato il Procuratore Sergio Lari, hanno già contribuito a riscrivere la storia della strage di via D’Amelio, nella quale perse la vita il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti della sua scorta, e stanno aiutando i magistrati a fare luce sulle stragi che tra il 1992 e il 1993 insanguinarano la Sicilia, Firenze, Milano e Roma, fatti gravissimi sui quali si è recentemente espresso anche l’ex Presidente della Repubblica Carlo Azelio Ciampi, il quale ha affermato di aver temuto l’avvento di un golpe in Italia, nel quale oltre a Cosa nostra, si sospetta fortemente siano implicati esponenti dei servizi segreti. 

La storia della lotta alle mafie in Italia ci ha insegnato che i collaboratori di giustizia, insieme alle intercettazioni telefoniche ed ambientali, sono uno strumento indispensabile sia dal punto di vista repressivo che preventivo. Grazie ai collaboratori di giustizia si sono scoperti i mandanti e gli esecutori di efferati delitti, sono state salvate diverse vite umane, si è impedita l’esecuzione di altre stragi. Il problema, ciclicamente, si presenta quando i collaboratori iniziano a parlare dei rapporti tra mafia ed alcuni esponenti del mondo politico-istituzionale. A questo punto, quanto emerge è considerato spesso inverosimile e i collaboratori e i magistrati che raccolgono le loro confessioni sono considerati come strumenti che agiscono per conto di una parte politica. Questa situazione rafforza la mafia e indebolisce l’antimafia.

Chiedo al Presidente della Commissione parlamentare antimafia, Sen. Giuseppe Pisanu, di convocare immediatamente una seduta nel corso della quale siano esaminate e valutate attentamente le motivazioni che la Commissione ministeriale ha addotto per non concedere il programma di protezione a Gaspare Spatuzza. Troppo forte, infatti, è il sospetto che non di interpretazione alla lettera della legge 45 del 2001 si tratti ma, piuttosto, di un monito a tutti i collaboratori che hanno possono fare dichiarazioni rilevanti e riscontrabili in merito al rapporto tra mafia e politica.  

Aggiungo, inoltre, che la decisione votata a maggioranza dalla Commissione ministeriale si inserisce in un contesto di eventi che danno l’idea di un sensibile indebolimento della lotta contro le mafie. Penso al voto di fiducia sul DDL intercettazioni, alla norma che prevede la possibilità di vendere i beni confiscati ai mafiosi, al taglio delle risorse per le forze dell’ordine e gli organismi inquirenti, ai continui attacchi alla magistratura. Ricordo che in questi mesi la mafia, sia in Sicilia che in Calabria, ha minacciato ripetutamente con lettere minatorie, invio di proiettili e bombe i magistrati impegnati in delicatissime inchieste.

Andrea Campinoti
Presidente di Avviso Pubblico

 

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