Mer, 2012-05-02 13:10 (Ultimo agg.: Mer, 2012-05-09 17:50)

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La corruzione in Europa. Intervista a Lorenzo Segato, direttore di RiSSC e coordinatore della ricerca nel progetto Enis

Lorenzo Segato, direttore di RiSSC e coordinatore della ricerca nel progetto Enis.

1. In cosa consiste il progetto ENIS?

ENIS, European National Integrity Systems, è un progetto ideato e condotto da Transparency International, nato con l’intento di misurare, nel modo più oggettivo possibile, il livello di integrità dei sistemi paese delle ventisette nazioni europee.

In particolare, con questo progetto si stanno analizzano i fenomeni corruttivi in ogni Paese dell’Unione Europea misurando l’efficacia delle leggi e delle pratiche esistenti per contrastare la corruzione e diffondere la trasparenza nei vari settori delle istituzioni, del settore pubblico, privato e della società civile. Al momento possiamo presentare i risultati per l'Italia.

2. Quali aspetti ha toccato la ricerca?

La ricerca ha toccato numerosi aspetti. Siamo partiti dall’analizzare i meccanismi di un vasto numero di istituzioni, focalizzandoci soprattutto sulle relazioni che intercorrono tra queste. Il sistema paese è stato scomposto in tredici pilastri, basati su “fondamenta” che descrivono le condizioni generali del Paese rispetto alla politica, alla società, all’economia e alla cultura. Ogni pilastro, per essere analizzato, è stato a sua volta diviso in tre dimensioni principali: funzionalità, governance e ruolo.

3. Quali erano gli scopi?

Il tentativo era quello di superare le valutazioni di un paese, basate sulla percezione (metodo sinora utilizzato), fondando l'analisi su parametri il più possibili oggettivi (norme, regolamenti e la loro applicazione). Dunque, lo scopo era quello di migliorare la metodologia e di diffondere e promuovere una cultura dell’integrità che è alla base di ogni sistema paese. Si tratta di una metodologia che può essere ancora affinata, ma che rappresenta comunque un interessante strumento di analisi dei settori pubblici e privati.

4. Che risultati ha prodotto la ricerca?

Il risultato di questa ricerca è un mosaico di giudizi, misure e valutazioni, ognuna delle quali, con il proprio significato e peso. Il nostro studio fotografa una situazione in continua e rapida evoluzione. Dalla valutazione della normativa e della sua applicazione pratica emerge che l’integrità del sistema paese Italia non raggiunge la sufficienza. Questa insufficienza riguarda tutti i settori: pubblico, privato economico e privato sociale.

Potrebbe spiegarci, in particolare, i motivi di questa fragile integrità del sistema?

Il primo grande problema è quello dell’opacità normativa. Le norme, che dovrebbero garantire l’integrità, sono inadeguate dal punto di vista formale, quindi a prescindere dalla loro applicazione effettiva. A volte la norma è confusa, contraddittoria e quindi opaca al punto da creare opportunità di delinquere. In altri casi si tratta persino di norme criminogene (come quelle che accorciano i termini di prescrizione) perché incentivano la commissione di reati. Un secondo problema è quello della scarsa disponibilità di informazioni, non in termini quantitativi ma qualitativi. I dati sono spesso obsoleti, imprecisi e parziali. I media poi non sono in grado di recuperare, scoprire e diffondere al grande pubblico informazioni sui fattori che riducono l’integrità del sistema paese.  Un terzo elemento è rappresentato dalla scarsità dei sistemi di controllo. Questi raramente contengono misure efficaci in termini di poteri di indagine e sanzioni, nonché di protezione di chi segnala l’illegalità. Infine, un ultimo elemento da considerare è quello della tensione tra poteri dello stato e parti della società civile, che ha raggiunto livelli elevati, con ricadute sull’intero sistema paese.

5. Quali sono i punti principali sui quali si dovrebbe maggiormente riflettere?

Si dovrebbe maggiormente riflettere su come rafforzare l’integrità del nostro sistema, soprattutto sulla performance e sulla normativa, che sono ancora del tutto inefficaci. I numerosi spunti emersi dalla nostra ricerca necessitano però ancora di maggiori approfondimenti per arrivare ad elaborare proposte di miglioramento concrete. Dall’altro lato, bisogna interrogarsi se stia per aprirsi una nuova stagione di mani pulite, che riveli ancora una volta la diffusione degli intrecci tra partiti politici, gruppi di potere ed interessi economici che tanto danneggiano il nostro paese. La corruzione va combattuta con ogni mezzo, ma non si può lasciare la giustizia da sola nel riformare - a volte disintegrando in modo drammatico come accadde venti anni fa - un sistema politico lasciando un pericoloso vuoto. Il rischio è che chi riempie il vuoto sia peggio di chi l'ha lasciato.

6. Sono emerse indicazioni su quali strumenti una pubblica amministrazione dovrebbe dotarsi per reagire alla fragilità del nostro sistema?

Gli strumenti ci sono, ma bisogna metterli in pratica. Il primo è rappresentato dalla riforma Brunetta negli enti locali, in cui la performance è posta come criterio base. La riforma affronta alcuni punti principali per gli amministratori nei confronti del loro personale. Per esempio le pagelle per dipendenti e singole strutture, per cui ogni dipendente viene valutato per il suo lavoro effettivo e incentivato in base al suo impegno, quello sulla possibilità di ridurre il personale, la creazione di un organismo di valutazione esterno. Chi vuole quindi ha in parte gli strumenti per promuovere la trasparenza e forse devono essere proprio gli enti locali a dare segnali forti ai cittadini, soprattutto ai giovani.

7. Che significato può assumere in Italia l'esistenza di una associazione come Avviso Pubblico?

La lotta alla corruzione va portata avanti ogni giorno con la trasparenza e il merito, ma anche attraverso l'educazione e la cultura dell'integrità. Realtà come Avviso Pubblico sono fondamentali per costruire, giorno dopo giorno, un'etica della politica, per far crescere persone - soprattutto giovani - che vedano la politica come servizio e non come opportunità o - peggio - opportunismo. Non bisogna avere paura di alzare la voce, di confrontarsi, e soprattutto di informare i cittadini. Un avviso pubblico, in fondo, serve a questo.

8. Che giudizio dà delle proposte di legge all'esame del Governo in questi giorni?

Il 14 marzo il Senato ha approvato il DDl che ratifica la convenzione penale sulla corruzione. Non vi è dubbio quindi che il Governo attuale si sta impegnando in questa direzione , questo è un elemento positivo. a le leggi le fa il Parlamento dove, al momento, siedono le stesse persone di un anno fa.

Vorrei inoltre fare un'altra riflessione. Se integrità e trasparenza fossero "strutturali" nel nostro paese, non ci sarebbe bisogno di normative anticorruzione particolarmente sofisticate. Non è un caso che le norme anticorruzione sono più forti nei paesi con i tassi di corruzione più elevata. Purtroppo la nostra società non è immune a questi fenomeni, quindi ci si deve affidare alla legge repressiva e a chi ha il compito di applicarla. Non vorrei quindi caricare la riforma di aspettative esagerate. La sfida rimane culturale, bisogna puntare sull'azione di educazione nelle scuole, nei circoli, nelle associazioni, sui media, e in tutta la società civile, affinchè la cultura dell'integrità rientri nella normalità del nostro paese.

 

 

 

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