Mer, 2010-08-11 17:45
In Memoria di Antonino Scopelliti e Paolo Giaccone
Il 9 agosto 1991, a 56 anni, in località Campo Piale a Campo Calabro, a pochi chilometri da Villa San Giovanni (Rc) veniva ucciso in un agguato mafioso il giudice Antonino Scopelliti.
Senza scorta, metodico nei suoi movimenti, Scopelliti viene intercettato dai suoi assassini mentre, a bordo della sua automobile, una Bmw, rientrava in paese dopo avere trascorso la giornata al mare. L' agguato avviene all' altezza di una curva, poco prima del rettilineo che immette nell' abitato di Campo Calabro. Gli assassini, almeno due persone a bordo di una moto, appostati lungo la strada, sparano con fucili calibro 12 caricati a pallettoni. La morte del magistrato, colpito alla testa ed al torace, istantanea. L' automobile, priva di controllo, finisce in un terrapieno.
Secondo i pentiti della 'ndrangheta Giacomo Lauro e Filippo Barreca, sarebbe stata la cupola di Cosa Nostra siciliana a chiedere alla 'ndrangheta di uccidere Scopelliti, che avrebbe rappresentato la pubblica accusa in Cassazione nel maxi processo a Cosa nostra. Cosa nostra, in cambio del ''favore'' ricevuto, sarebbe intervenuta per fare cessare la ''guerra di mafia'' che si protraeva a Reggio Calabria dall'ottobre 1995, quando fu assassinato il boss Paolo De Stefano. Nell' abitazione del padre di Scopelliti, dove il magistrato soggiornava durante le vacanze, fu trovato il fascicolo del processo alla ''Cupola'' di Cosa nostra. Dopo una serie di processi, con condanne ed assoluzioni, nel 2001, la Corte d' Assise d'Appello di Reggio Calabria assolve Bernardo Provenzano, Giuseppe e Filippo Graviano, Raffaele Ganci, Giuseppe Farinella, Antonino Giuffre' e Benenetto Santapaola dall'accusa di essere stati i mandanti. L'omicidio Scopelliti rimane quindi impunito.
(scheda realizzata consultando il sito della Fondazione Scopelliti).
L'11 agosto 1982, a Palermo, fu assassinato il Prof. Paolo Giaccone, 53 anni, Direttore dell'Istituto di medicina legale. Attraverso minacce criminali e pressioni da parte di un avvocato fu invitato a modificare i risultati di una perizia di un'impronta digitale trovata sulla maniglia di una Fiat 128. Il Prof. Giaccone non scese a compromessi. L'importa, come egli scoprì, apparteneva al killer Giuseppe Marchese, nipote di Filippo Marchese, capomafia di Corso dei Mille. Giuseppe Marchese aveva partecipato al conflitto a fuoco nel quale il 25 dicembre 1981 a Bagheria furono uccisi tre mafiosi rivali ed un passante innocente. Uno dei killer di Giaccone è stato Salvatore Rotolo, detto Anatredda.
Per saperne di più su Antonino Scopelliti
-
Libri
- A. Prestifilippo, Morte di un giudice solo. Il delitto Scopelliti, Città del Sole Edizioni, 2008
-
Siti internet
- Fondazione Scopelliti
-
Video
- Video sul giudice Antonino
Per saperne di più su Paolo Giaccone
-
Libri
- S. Palazzolo, I pezzi mancanti. Viaggio nei misteri della mafia, Laterza, 2010
- A. Puglisi, Storia di donne, Di Girolamo, 2007 (contiene la testimonianza di Camilla Giaccone, figlia del medico assassinato).
- S. Lodato, Trent'anni di mafia, BUR, 2006