Ven, 2011-06-17 13:30

» Archivio notizie

I soldi delle mafie in Emilia Romagna. Il resoconto dei lavori del convegno

Riceviamo e pubblichiamo il resoconto del convegno intitolato I Soldi delle Mafie in Emilia Romagna, organizzato dall’ANM dell’Emilia Romagna in collaborazione con la Regione e svoltosi a Bologna, venerdì 8 aprile 2011.

Ha aperto la giornata di lavoro il Prefetto di Bologna, dott. Angelo Tranfaglia, che ha ricordato la centralità del contrasto all’infiltrazione delle mafie nel tessuto economico soprattutto in un momento di crisi anche per il territorio storicamente ricco e appetibile come quello dell’Emilia Romagna: in questo quadro si inseriscono ad esempi numerosi protocolli promossi proprio dall’Ufficio del Prefetto per diffondere buone prassi tra gli enti locali, primo anello della catena di contrasto sul territorio.

Al presidente della giunta Anm , Pier Luigi Di Bari, è spettato poi il compito di spiegare le motivazioni e gli obiettivi del convegno promosso col patrocinio della Regione di cui va apprezzata la sensibilità sul tema dalla stessa concretamente manifestata con la recente iniziativa legislativa: la magistratura vuole essere vigile e pronta alla sfida sempre più attuale e concreta che l’espansione degli interessi mafiosi ci propone. Di Bari ha ricordato alcune delle più significative e recenti vicende che dimostrano quanto questo pericolo sia reale, per quanto ancora contenuto a livelli non allarmanti, come quelli emersi negli ultimi mesi dalle indagini della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano. Se vogliamo evitare un simile approdo è necessario fare rete tra tutte le istituzioni partendo dalla cultura della legalità  e dall’investimento su giovani consapevoli e partecipi.

Il Procuratore Generale di Bologna, dott. Emilio Le Donne, ha invece offerto un’ampia ricostruzione storica di che cosa sia stato in passato e cosa sia oggi il fenomeno mafioso nella nostra regione (citando le vicende più importanti a partire dagli anni ’80 sino a quelle odierne condotte dalla DDA di Bologna): l’Emilia Romagna non è terra di mafia ma obiettivo della mafia, proprio per il ricco tessuto industriale ed economico che la compone. Il fatto che i fenomeni siano prevalentemente non violenti non deve ingannare sul fatto che perciò siano meno pericolosi; la mafia oggi cerca di mimetizzarsi  e simbolo di questa mutazione genetica solo le c.d. imprese a partecipazione mafiosa, dove il denaro sporco è usato per ricapitalizzare l’azienda, così da far diventare gli interessi mafiosi una componente centrale dell’attività d’impresa.

La dott.ssa Simonetta Saliera, vice-presidente della Regione Emilia Romagna, ha focalizzato la sua attenzione sulla necessità di reagire alla crisi economica e istituzionale, offrendosi proprio come riferimento per ricreare una rete territoriale. Da questa attenzione nasce il progetto di legge regionale sul contrasto ai fenomeni mafiosi e soprattutto per il sostegno, informativo e amministrativo, alla riassegnazione e gestione dei beni confiscati. L’altro pilastro deve essere poi l’investimento nelle scuole: un territorio capace di esprimere cittadini consapevoli dei propri doveri e diritti non consentirà mai alle organizzazioni criminali di inquinare la vita democratica, sociale ed economica della Regione.

A questo punto è intervenuto il dott. Marco Alma, magistrato e consulente della Commissione Parlamentare Antimafia : è stata l’occasione per rendere conto del lavoro di interpretazione e rielaborazione che tale organo cerca di compiere, così da restare capace di leggere i mutamenti genetici dei mafiosi e delle loro condotte. Ovviamente in questo quadro è centrale lo studio della zona grigia di contatto e contaminazione tra “mafia ed economia” da un lato e “mafia e politica” dall’altro. Sul primo versante il relatore ha enucleato le caratteristiche peculiari e vincenti dell’impresa mafiosa, che rischiano di scardinare la normale concorrenza nel mercato : forza di intimidazione implicita, spendita del nome mafioso, compressione salariale dei propri dipendenti, possibilità di avere accesso a liquidità senza alcun costo, consenso sociale. Alma ha anche sottolineato come oggi le organizzazioni criminali stiano investendo nei settori a basso know-how e siano così diventate una sorta di terziario occulto. Venendo poi ai rapporti tra mafia e politica, il relatore ha soprattutto manifestato l’esigenza di superare il controllo formale delle condotte dei pubblici amministratori, poiché solo riuscendo a vigilare sulla sostanziale utilità  delle scelte operate si può riuscire a intercettare e contrastare condotte apparentemente lecite ma tramite le quali di fatto si realizzano gli interessi criminali e non quelli della collettività.

L’ultima relazione della sessione mattutina è stata quella di Pierpaolo Romani, responsabile di Avviso Pubblico, una rete di enti locali che da anni lavora per il contrasto ai fenomeni di corruzione e di infiltrazione mafiosa nella Pubblica Amministrazione, predisponendo protocolli, diffondendo buone prassi e investendo sulla formazione alla legalità di tutti coloro che si occupano di gestire la cosa pubblica. L’attività di tale associazione rappresenta un’esemplificazione concreta ed efficace di cosa significhi fare rete;  da tale esperienza nasce anche una particolare consapevolezza di quali siano le nuove esigenze, a partire dalla massima divulgazione delle informazioni.  Romani ha infatti messo l’accento su quanto sia determinante la trasparenza della pubblica amministrazione, la conoscenza da parte dei cittadini di tutte le norme e dei dibattiti che su di esse si svolgono.

Prima della sospensione dei lavori vi è stato spazio per altri interventi e per aprire un primo dibattito incentrato proprio sulla riflessione di che cosa sia il fenomeno mafioso oggi nella Regione Emilia Romagna :

     Il Procuratore di Modena, dott. Vito Zincani, dopo aver ricordato l’importanza della predisposizione e dell’attuazione di protocolli di lavoro tra procure ordinarie e DDA, si è soffermato sulla difficoltà ad intercettare gli investimenti mafiosi: da un lato spesso gli interessi criminali sono celati dietro le fiduciarie e dall’altro non arriva alcuna notizia utile dai professionisti (notai e avvocati); appare necessario e urgente recuperare efficacia di analisi del livello finanziario e verificare anche quanto accade nei concordati.

     Il Procuratore di Rimini, dott. Paolo Giovagnoli, ha quindi aperto una finestra sull’esperienza fatta su di un territorio oggetto di rilevanti indagini , evidenziando anche la difficoltà nella realizzazione di un efficace contrasto al riciclaggio rispetto alle opportunità offerte da San Marino e dall’utilizzo delle banconote di grande taglio (500 €) per il trasferimento di ingenti somme.

     Dott.ssa Maria Longo, Sostituto Procuratore Generale presso la Procura Generale di Bologna, anche alla luce dell’esperienza dibattimentale in appello, ha sottolineato le difficoltà per la tenuta della prova attraverso i gradi (e gli anni), nonché la necessità di supportare coloro i quali decidono di testimoniare e collaborare, affinchè i risultati delle indagini diventino davvero efficaci e durevoli.

     Sono anche intervenuti i giovani delle Rete No Name contro le mafie (www.retenoname.org) , segnalando il loro impegno sul territorio per conoscere e documentare in maniera scientifica e concreta il fenomeno dell’infiltrazione mafiosa nel tessuto economico e dando così anche testimonianza della sensibilità delle nuove generazioni ad un contrasto anche culturale a queste forme di criminalità.

Marco Imperato, membro della giunta distrettuale Anm, ha introdotto la sessione pomeridiana, spiegando perché oggi il contrasto alla mafia nel distretto di Bologna passi anzitutto attraverso il contrasto al riciclaggio  e all’investimento dei soldi sporchi della mafia nonché nella confisca di tali somme e dei beni acquistati tramite di esse, anche attraverso le misure di prevenzione. L’aggressione patrimoniale è insieme uno strumento per colpire la mafia, ma anche una preziosa chiave di lettura per ricostruirne la struttura e risalire ai principali responsabili delle organizzazioni criminali. Ha poi evidenziato come al nord la mafia si combatta anche attraverso indagini capillari ed efficaci sui sistemi di corruzione: per fare questo sarà indispensabile conservare lo statuto di indipendenza delle Procure  e la loro possibilità di disporre direttamente e autonomamente della polizia giudiziaria.

L’intervento del Procuratore di Bologna, dott. Roberto Alfonso, è stato particolarmente vasto : partendo dalle tipologie classiche di manifestazione della mafia al nord (insediamento, infiltrazione e radicamento), ha anzitutto dato conto del rinnovato impegno e della strategia messa in campo dalla DDA da lui diretta. In questi territori è fondamentale riuscire a individuare gli uomini-cerniera tra organizzazioni criminali e tessuto economico e politico : tramite di essi sarà poi possibile scoprire le ricchezze mafiose, usate per investimento e per affermare il ruolo di potere dei membri stessi. Un’azione efficace in questo senso può venire solo attraverso il doppio binario della prevenzione e della sanzione : per tale ragione ad esempio non è sufficiente predisporre protocolli se poi non si pongono delle sanzioni effettive per garantire che gli stessi vengano rispettati in concreto. Il Procuratore ha ricordato come la mafia anche in Emilia Romagna venga ad offrire beni e servizi illegali alla società civile  e non sia quindi da essa separata o sempre facilmente distinguibile; in tale quadro si manifesta anche il fenomeno della c.d. corruzione funzionale, ovvero quel traffico delle influenze che diventa fondamentale per realizzare gli interessi delle mafie. È indispensabile che vi sia un incremento delle operazioni segnalate, senza le quali è estremamente difficile avviare indagini di alto livello per riciclaggio, senza dimenticare il ruolo delle misure di prevenzione. Il relatore si è quindi soffermato sullo strumento della confisca  in tutte le sue possibili versioni (misura di prevenzione, penale e allargata ex art. 12 sexies d.l. 306/1992). In conclusione, è necessario un approccio a 360°, che nasca dall’analisi del fenomeno, passi per indagini anche patrimoniali accurate, giunga quindi a un contrasto forte, alla predisposizione di protocolli di prevenzione e alla riflessione sulle prospettive future.

Il dott. Giovani Castaldi, responsabile dell’Ufficio Informazioni Finanziarie (UIF) della Banca d’Italia, ha presentato questo organo recentemente ridisegnato, offrendo la possibilità a tutti gli operatori del campo presenti di scoprire i meccanismi di funzionamento, le competenze, le possibilità di valorizzazione e soprattutto i canali tramite i quali vengono analizzati i dati dei flussi finanziari. Si tratta di un settore in grande evoluzione come testimoniato dalla costante ed esponenziale crescita delle segnalazioni di operazioni sospette; la riflessione ha anche toccato il problema delicato e di difficile soluzione degli obblighi posti dalla legge anche in capo ai professionisti, i quali però si trovano anche in un rapporto fiduciario con il cliente che non rende agevole una piena trasparenza verso le istituzioni esterne. Altro aspetto problematico è quello dell’enorme numero di soggetti tenuti alle segnalazioni, la cui estensione non consente di verificare sempre in maniera analitica il rispetto delle procedure. Di particolare interesse sono state le indicazioni sui dati relativi alle segnalazioni sospette nella nostra regione : dalle circa 1000 del 2008 siamo passati a più di 3000 nel 2010 , con una crescita anche della percentuale rispetto al dato nazionale (dal 7% all’8,6%). Questa invece la ripartizione tra province: Bologna 21% , Rimini 17%, Modena 15%, Reggio Emilia 14%, Parma 10%, Forlì-Cesena 8%, mentre Ferrara, Ravenna e Piacenza si distribuiscono il restante 15%.

I lavori si sono conclusi con il contributo del dott. Davide Urban, direttore generale della Confcommercio Emilia Romagna: l’associazione di categoria è un terminale importantissimo per quella rete istituzionale che tutti hanno ricordato essere indispensabile per impedire e contrastare l’infiltrazione mafiosa. Il relatore ha confermato che il rischio di contagio  con le organizzazioni criminali esiste e ha ricordato l’impegno culturale e di sostegno  economico  che la Confcommercio porta nel territorio, segnalando anche come vi sia una particolare sensibilità a trovare nuovi strumenti di prevenzione e segnalazione dei casi di usura.

Anche nella sessione pomeridiana vi è stato lo spazio per un breve dibattito sui temi affrontati nel quale sono intervenuti:

 l’On. Maino Marchi, membro della Commissione Parlamentare Antimafia, che ha rimarcato l’impegno di analisi della Commissione stessa e manifestato apprezzamento per l’iniziativa;

Giulia Sarni della Casa delle legalità e della cultura a testimonianza dell’impegno della società civile sui temi oggetto dei lavori;

l’Avv. Lucio Strazziari, Presidente del Consiglio dell’Ordine forense di Bologna, che ha portato il saluto dell’avvocatura e manifestato il suo personale interesse per gli importanti argomenti in trattazione;

Maria Grazia Massiri, una cittadina bolognese, che ha ricordato come il non ritorno dei beni nel ciclo mafioso, attraverso le misure previste, costituisca una garanzia democratica per i cittadini;

Daniele Borghi, referente regionale di Libera Emilia Romagna, che ha osservato come la proposta di legge regionale costituisca un volano di diffusione di buone pratiche nel territorio e come l’incontro odierno risponda alla logica giusta del “noi”, del lavorare assieme; è stata infine confermata la disponibilità di Libera a collaborare per il lavoro da fare nelle scuole e in genere per la diffusione della cultura della legalità;

il dr. Francesco Caruso, Presidente del Tribunale di Reggio Emilia, ha messo in evidenza come sul piano tecnico giuridico vada usato per le misure di prevenzione uno standard probatorio diverso rispetto a quello del giudizio di merito e che persista al riguardo anche un problema di tipo culturale.

I lavori sono stati conclusi da Pier Luigi di Bari, per l’ANM, che, dopo aver ringraziato tutti i partecipanti e in particolare coloro che avevano resistito fino alla fine, ha rimarcato come il significato dell’iniziativa è stato quello di dare un segno collettivo di presenza e attenzione. Non si è inteso creare alcun allarmismo, ma si è voluto parlare con la dovuta tempestività di Mafie anche in questa Regione. Il metodo è stato quello del “noi ci siamo”, dell’intervento plurale di istituzioni a vario titolo coinvolte, associazioni, cittadinanza. Vi è la disponibilità dei magistrati associati ad intervenire nelle scuole e per la cittadinanza.

L’augurio finale è quello di ritrovarci alla prossima occasione con ancora più giovani tra i partecipanti.

 

torna su

social buttons facebook twitter youtube skype

Carovana antimafie 2014

I Cento Passi dei Sindaci 2014

"Amministratori sotto tiro. Intimidazioni mafiose e buona politica". Scarica il Rapporto di Avviso Pubblico.

La “Carta di Pisa”, il codice etico di Avviso Pubblico per gli enti e gli amministratori locali.

5a Festa nazionale di Avviso Pubblico a Lamezia Terme, il 25 e 26 ottobre 2013.

Carovana Antimafie 2013. "Se Sai Contare Inizia A Camminare"

XVII Giornata della Memoria e dell'Impegno

A Cinisi (Pa), l'8 e il 9 maggio, "I Cento Passi dei Sindaci", giornata in ricordo di Peppino Impastato

Politicamente Scorretto a Casalecchio di Reno (BO), dal 19 novembre al 6 dicembre 2013.

"mettiamoci in gioco", campagna nazionale contro i rischi del gioco d'azzardo

Perché aderire ad Avviso Pubblico? Testimonianze degli Amministratori locali che hanno scelto di aderire.

Teatro Civile Network - Un progetto di Avviso Pubblico

Speciale DDL 2226: normativa, dossier, resoconti

Lo speciale di Avviso Pubblico con: normativa, dossier, resoconti parlamentari.

Speciale beni e aziende confiscate: i dati, i documenti e la discussione in Parlamento

Lo speciale di Avviso Pubblico con: dati, documenti, resoconti parlamentari, normative, siti internet di riferimento.

Le dichiarazioni degli amministratori

Le dichiarazioni degli amministratori per dire NO alla vendita dei beni, confiscati alla mafia.

Ordini del giorno dei Comuni contro la vendita dei beni confiscati

Gli Ordini del giorno dei comuni per dire NO alla vendita dei beni, confiscati alla mafia.