Gio, 2010-03-25 11:45

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Bambini a pane ed acqua, il presidente di Avviso Pubblico scrive al sindaco di Montecchio Maggiore

Rendiamo disponibile il testo della lettera, che in data odierna il Presidente di Avviso Pubblico Andrea Campinoti, ha scritto al sindaco di Montecchio Maggiore Milena Cecchetto.

Gent.ma Sindaco
Milena Cecchetto
c/o Municipio
Via Roma, 5
36075 Montecchio Maggiore (VI)

 

Firenze, 25 marzo 2010

Gentile Sindaco,

scrivo queste righe dopo aver letto, con un certo grado di stupore, la notizia riportata da diversi quotidiani nazionali in cui si racconta che la Sua Amministrazione ha deliberato un menù differenziato per otto bambini – due italiani e sei stranieri – nella scuola che frequentano a Montecchio Maggiore, in quanto i loro familiari non versano da qualche tempo la retta per il servizio mensa.

Il Corriere della Sera del 24 marzo afferma che gli otto bambini delle elementari e della materna non hanno mangiato «pasta alla zucca, hamburger, insalata e frutta come tutti gli altri. Ma una bottiglietta d’acqua ed un panino».

Convengo con Lei quando afferma che «le regole sono regole per tutti e vanno rispettate. Il mondo non può essere dei furbi». Tuttavia, mi permetta alcune precisazioni, soprattutto sul significato che io personalmente e l’Associazione Avviso Pubblico – di cui il Comune di Montecchio fa parte dal 2008 – attribuiamo al concetto di legalità.

Innanzitutto in Avviso Pubblico la legalità è punto di riferimento essenziale se è democratica, vale a dire se è rispettosa dei principi e dei valori della nostra Costituzione repubblicana. La legalità democratica, pertanto, assume significato perché pone al centro la salvaguardia del rispetto e della dignità umane, al di là del reddito e della nazionalità delle persone. Secondariamente, per Avviso Pubblico la legalità è un mezzo non un fine. Il rispetto delle leggi è fondamentale affinché si contribuisca fattivamente a raggiungere un obiettivo preciso: quello della costruzione della giustizia sociale, facendo in modo che il principio di uguaglianza si sostanzi nel riconoscere a tutti coloro che vivono su un determinato territorio gli stessi diritti, le stesse opportunità, richiedendo, in cambio, il rispetto dei medesimi doveri.

A fronte di questi miei chiarimenti, Le esprimo le mie perplessità sull’atteggiamento assunto dall’Amministrazione comunale di Montecchio. Mi chiedo, infatti, per quale ragione devono essere dei bambini piccoli a dover vivere una situazione di disagio e di umiliazione, per questioni legate al comportamento di persone adulte. Mi chiedo cosa pensano – e cosa penseranno una volta diventati adulti – questi otto bambini dei loro genitori che sono stati pubblicamente additati come colpevoli della loro condizione di privazione del pasto. Mi domando, inoltre, cosa pensano e penseranno questi bambini, oggi e domani, dell’istituzione comunale che li ha privati non tanto e non solo di un pasto, ma li ha feriti, colpendoli nella cosa più preziosa ed importante per ciascun essere umano: la loro dignità.

In Avviso Pubblico riteniamo che i diritti fondamentali, il rispetto e la dignità delle persone non possano essere legati al censo. Questi diritti vanno riconosciuti alle persone in quanto esseri umani degni di rispetto, qualunque sia la loro condizione economica e sociale.

Il Veneto, come sa chi conosce la storia, ha vissuto sia la povertà che l’emigrazione. Molti Veneti hanno sofferto la fame, si sono ammalati di pellagra, sono stati derisi ed insultati in terre lontane nelle quali – ieri come tante persone oggi – andavano prevalentemente alla ricerca di un lavoro e di una nuova vita dignitosa. Tutto questo Lei ed io non possiamo dimenticarlo e, come Amministratori pubblici, dobbiamo operare per costruire comunità solidali, tolleranti, giuste, in cui la legge sia percepita come strumento di uguaglianza e non come strumento di esclusione o di negazione dei diritti.

È nostro compito di Amministratori pubblici agire per suscitare il rispetto di tutti, a partire dai bambini, verso le istituzioni. È nostro compito comprendere le reali cause che sottostanno a determinati comportamenti, affrontare i problemi nella loro complessità, evitare di apparire forti con i deboli e deboli con i forti. Sono gli esempi ed i comportamenti, più che le parole, che educano al rispetto delle leggi e dei principi ad esse sottostanti. Ce lo ricordano le insegnanti e i bambini che, a Montecchio Maggiore, hanno suddiviso il loro pasto con gli otto piccoli destinatari di un provvedimento amministrativo che ritengo sbagliato, seppur legittimo, della Sua Amministrazione. Da questi docenti e da questi bambini abbiamo molto da imparare.

Mi auguro che nei prossimi giorni Lei vorrà fornire maggiori informazioni sull’accaduto e riflettere sull’opportunità di modificare la decisione intrapresa. Montecchio Maggiore è una bellissima città ed è un peccato che di essa si parli a livello nazionale per episodi come quello richiamato in questa mia lettera.

 

Andrea Campinoti
Presidente di Avviso Pubblico

 

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