Gio, 2007-11-29 19:30

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Parificazione di trattamento tra vittime del terrorismo e di mafia: l’ordine del giorno del Presidente della Commissione parlamentare antimafia

Nei giorni scorsi si è dibattuto molto sulla necessità di parificare il trattamento il trattamento tra le vittime di terrorismo e del dovere con quelle di mafia, argomento sul quale Avviso Pubblico era già intervenuto con un comunicato stampa del 9 luglio scorso.

Rendiamo oggi disponibile l’ordine del giorno predisposto e illustrato nei giorni scorsi dall’On. Francesco Forgione, Presidente della Commissione parlamentare antimafia.

Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, con il mio ordine del giorno n. 9/3194/13, chiediamo un atto chiaro e un impegno preciso per parificare, nel riconoscimento dei benefici, le vittime della mafia e del dovere, alle vittime del terrorismo.

Dopo il primo incontro di Polistena, nella Giornata della memoria del 21 marzo, dove, per la prima volta, si ritrovarono oltre 300 familiari di vittime innocenti della mafia, fu l'intera Commissione parlamentare antimafia (che ho la responsabilità di presiedere) ad inviare al Parlamento un progetto di legge per il riconoscimento e la parificazione delle vittime. Non ho bisogno di spiegare l'importanza e il valore - non solo simbolico, ma anche civile e democratico - di quel provvedimento.

Il Governo ha pensato di recuperare, già nel decreto-legge fiscale, parte di quell'articolato e ciò è un fatto che ritengo estremamente positivo: avviene per la prima volta e colma quel vuoto nel riconoscimento che si era determinato, a favore delle vittime del terrorismo, con la legge n. 206 del 3 agosto 2004.

Oggi chiediamo che in nessun aspetto vi siano discriminazioni e differenze. Non si tratta di un conflitto tra i familiari delle vittime. Il dolore, la sofferenza, il percorso e il senso della vita di chi è stato colpito - innocente - dalla violenza e dalla barbarie mafiosa, non trova soluzione in alcun disegno di legge. Lo Stato e la Repubblica hanno il dovere di riconoscere il valore del sacrificio di chi è caduto - innocente - nello scontro tra la criminalità organizzata e la democrazia.

Per questo motivo, oggi - e mi rivolgo ai rappresentanti del Governo - chiediamo un pronunciamento chiaro. Manca solo l'estensione del comma 3 della legge n. 206 del 3 agosto 2004 alle vittime del dovere e alle vittime innocenti della mafia, per evitare, non solo la percezione nei familiari e nei cari, ma anche la concreta continuità di una situazione nella quale, in questo nostro Paese, esistono vittime di serie A e vittime di serie B.
Abbiamo sentito dal Governo - e ancora oggi la leggiamo sui giornali attraverso le dichiarazioni del Ministro dell'interno, Amato - parole impegnative su questo punto. Si tratta ora di darvi corso. Non si è potuta trovare una soluzione nel decreto-legge fiscale in discussione. La legge finanziari, già giunta all'esame della Camera, è l'occasione per fornire una risposta a tante cittadine e cittadini che la attendono.

Il Governo colga il valore e il significato politico di un ordine del giorno firmato da tutti i gruppi parlamentari. Quando si affrontano i problemi della lotta alla mafia, del valore civile, del sacrificio delle vittime e del loro riconoscimento, è sempre necessario tenere bassi i toni della responsabilità e del rigore dei comportamenti politici ed istituzionali, individuali e collettivi, evitare le strumentalizzazioni di parte, sottrarsi alle piazze mediatiche, assumere la responsabilità delle scelte di ognuno e di ognuna. La credibilità dell'azione dello Stato nella lotta e nel contrasto ai poteri criminali è fatta di tante cose: dell'azione delle tante donne e uomini delle forze di polizia, del lavoro della magistratura, della trasparenza dei partiti e della politica, della ribellione del mondo imprenditoriale ed economico.

Nella nostra storia, in questa travagliata storia del nostro Paese, troppe volte tutto ciò ha portato al sacrificio estremo di donne e uomini come, del resto, è avvenuto per la lotta al terrorismo. Riconoscere il valore e l'esempio morale, civile e sociale, senza differenze e discriminazioni, è ciò che oggi, con l'ordine del giorno in esame, chiediamo al Governo e all'intero Parlamento.

On. Francesco Forgione

 

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