Mar, 2010-05-25 09:55

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Più di 700 persone alla chiusura della festa di Avviso Pubblico. Campinoti "lottare la mafia deve essere conveniente". Vendola "serve una riforma morale e intellettuale della politica e della società"

La platea
La platea

Domenica 23 maggio, 700 persone, di diverse età, hanno riempito piazza Boccaccio, a Certaldo, per ricordare il 18° anniversario della strage di Capaci e per partecipare alla serata che ha concluso la seconda festa nazionale di Avviso Pubblico. Ospiti d'eccezione della serata sono stati Nichi Vendola, governatore della Regione Puglia; Pier Luigi Vigna, ex Procuratore nazionale antimafia; la senatrice Rita Ghedini; Rocco Sciarrone, sociologo dell'Università di Torino; Andrea Campinoti, Presidente di Avviso Pubblico. Il dibattito è stato moderato da Antonio Maria Mira, giornalista di Avvenire. Prima dell'inizio della serata alcuni rappresentanti di associazioni, insieme a consiglieri e assessori comunali, sia locali e che di altre regioni italiane, hanno letto il lungo elenco delle vittime di mafia suscitando una grande emozione e partecipazione tra il pubblico presente. Tema della serata “Lo stato della lotta alle mafie. A diciotto anni dalle stragi di capaci e via D’Amelio: quale memoria e quale impegno?”.

Andrea Campinoti, Presidente di Avviso Pubblico
Andrea Campinoti, Presidente di Avviso Pubblico

La discussione è stata aperta da Andrea Campinoti, Presidente di Avviso Pubblico, il quale ha sottolineato che “indipendentemente dall’appartenenza partitica c’è chi della lotta alle mafie e alla corruzione ne ha costruito un impegno preciso. Come Avviso Pubblico abbiamo messo insieme una rete di enti locali che stanno diffondendo nel Paese buone prassi amministrative per prevenire l'infiltrazione mafiosa nella pubblica amministrazione. Lottare contro le mafie – ha sostenuto Campinoti - deve diventare conveniente per i cittadini e gli amministratori locali. I partiti devono assumersi la responsabilità di selezionare attentamente i candidati alle elezioni. Temiamo” ha concluso il presidente di Avviso Pubblico “che la nuova legge sullo scioglimento dei comuni infiltrati dalle cosche non sia adeguata a contrastare efficacemente il problema”.

Il palco
Il palco con gli ospiti

Secondo Pier Luigi Vigna è necessario “contrapporre a una criminalità organizzata, una legalità organizzata. Dietro le stragi di Capaci e via d'Amelio – ha ribadito il magistrato - da subito dissi che c'erano anche dai mandanti dal volto occulto, non solo dei criminali mafiosi. Ancora oggi le mafie si nutrono di rapporti con esponenti della cosiddetta zona grigia – ha concluso Vigna – fatta di professionisti insospettabili e incensurati che operano per fare gli interessi dei mafiosi ricavandone lauti guadagni”.

Rocco Sciarrone ha sostenuto che “in Italia, attualmente, si sta assistendo ad una de-storicizzazione e de-politicizzazione della lotta alle mafie. A livello politico – ha denunciato il sociologo – non si è ancora capito quale sia l’azione portata avanti dalla Commissione parlamentare antimafia. La Commissione non riesce a prendere posizione e si è persa in una visione unanimista dell’antimafia che dà l’idea di temere la politica anche come conflitto sano tra idee e visioni contrapposte”.

Per Rita Ghedini: “C’è una doppia posizione del governo che da un lato fa esibizione di alcune scelte normative importanti, come la costituzione dell’agenzia per i beni confiscati, dall’altro mira a far approvare il disegno di legge sulle intercettazioni che indebolisce la lotta alle cosche. Stiamo assistendo a uno sdoppiamento tra rappresentazione e realtà del sistema di governo che incide negativamente sulla tenuta democratica della comunità”.

Nichi Vendola, Governatore della Regione Puglia
Nichi Vendola, Governatore della Regione Puglia

Nichi Vendola, attesissimo dal pubblico, ha sostenuto che “la storia criminale delle mafie è fortemente intrecciata con la storia d’Italia. Le mafie – ha affermato con vigore il governatore – non sempre hanno agito per portare avanti loro interessi; in alcuni casi, questi gruppi criminali hanno operato come agenzie di servizio”. Un forte applauso è scattato quando Vendola ha affermato che “un territorio è libero dalle mafie quando si garantiscono lavoro e servizi sociali. La lotta alle mafie – ha concluso Vendola – richiede una radicale riforma morale ed intellettuale della società. Da circa trent’anni la politica ha rinunciato ad essere luogo di costruzione del benessere collettivo”

“Molto si può fare - ha concluso Mira - Avviso Pubblico e la sua rete dei comuni, sono una prova concreta in questo senso. Città che vengono da storie forti, di commissariamenti, da infiltrazioni mafiose sono riuscite a cambiare rotta, a rinascere. Niscemi, Corleone, Lamezia Terme e tanti altri Comuni ne sono un esempio. Borsellino - ha concluso il moderatore - diceva: “Parlate della mafia, parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene”.

Allegati

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