Sab, 2012-06-16 18:55
La Calabria in prima linea. Testimonianze di impegno civile e politico
Sindaci, imprenditori, preti. Minacciati e scortati. Non perché sono dei superman dell’antimafia, ma semplicemente perché fanno il loro dovere di cittadini, amministratori di lavoratori, di pastori; perché denunciano, perché si impegnano a liberare la Calabria e l’Italia dall’oppressione mafiosa e del malaffare, per restituire dignità e libertà a migliaia di cittadini che le hanno perse.
In tanti ieri sera a Lamezia Terme, in corso Numistrano, siamo rimasti in silenzio ad ascoltare le loro testimonianze, insieme a quelle di Andrea Campinoti, Presidente di Avviso Pubblico, e di Giuseppe Cicala di Anci nazionale, durante l’incontro pubblico intitolato La Calabria in prima linea, organizzato dal Comune con la collaborazione di Avviso Pubblico.
Rocco Mangiardi, imprenditore lametino che ha denunciato i suoi estortori: “Anche se vivo sotto scorta, da sei anni sono un uomo libero. Sono gli indifferenti e i violenti che imbruttiscono la nostra città. Noi dobbiamo tacere”.
Carolina Girasole, Sindaco di Isola Capo Rizzuto, più volte minacciata dalla ‘ndrangheta: “Amo il mio Paese e la Calabria. Non abbiamo più tempo. Dobbiamo riprenderci quello che le mafie ci hanno tolto e restituirlo a i nostri figli”.
Don Tonino Vattiata, già parroco di Pannaconi, anch’egli oggetto di atti intimidatori e minacce molto pesanti: “Calabria significa far emergere il buono e il bello. Noi preti dobbiamo uscire dalle chiese, stare in mezzo alla gente, combattere la mafiosità, preoccuparci di essere credibili e non solo credenti”.
Le parole di questi calabresi onesti si sono unite a quelle dei tanti cittadini, amministratori locali e operatori del diritto che, al termine dell’incontro pubblico, hanno marciato per le vie principali di Lamezia per opporsi alla paventata possibilità di chiusura del tribunale cittadino.
Fischietti, palloncini colorati, striscioni, uomini, donne e bambini. Tutti a chiedere che non sia tolto un importante presidio di legalità. Tutti a ricordarci che la giustizia, al pari dell’istruzione e della sanità pubblica, è un bene essenziale della collettività. Un bene su cui bisogna investire risorse umane e finanziarie. Un bene che va sottratto, come la scuola e gli ospedali, alla logica della ragioneria e dei cosiddetti “tagli lineari di spesa”. Altri sono gli sprechi in Italia che vanno eliminati.
Grazie al Sindaco Gianni Speranza che ha fatto di Lamezia Terme un punto di riferimento nazionale della lotta alle mafie e della promozione della cultura della legalità democratica e della responsabilità civile e politica. Anci e Avviso Pubblico hanno deliberato di istituire un gruppo di lavoro nazionale sui comuni sciolti per mafia proprio in questa città.
Grazie a Rocco, a Carolina a don Tonino per averci ricordato e dimostrato che dobbiamo fare nostro, impegnandoci di più, il pensiero di un grande scrittore calabrese, Corrado Alvaro: “La disperazione più grande che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere rettamente sia inutile”.
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