Lun, 2010-07-26 19:00
In Memoria di Rita Atria
Il 26 luglio 1992 Rita Atria, testimone di giustizia di diciassette anni, si toglieva la vita gettandosi da un appartamento di viale Amelia a Roma, a sette giorni esatti dalla morte del giudice Paolo Borsellino, al quale aveva deciso di raccontare le vicende mafiose della sua famiglia e della sua città. Borsellino era divenuto di fatto anche il suo secondo padre.
La decisione di testimoniare maturò dopo gli omicidi del del padre Vito (1985) e del fratello Nicola (1991), al quale Rita era fortemente legata.
Al suo funerale, di tutto il paese, non and๒ nessuno. Non andò neppure sua madre che l'aveva ripudiata e minacciata di morte perché quella figlia così poco allineata, per niente assoggettata, le procurava stizza e preoccupazione, come la cognata Piera Aiello, divenuta anch'essa testimone di giustizia.
Per saperne di più
Libri
- O. Ingrascì, Donne d'onore. Storia di mafia al femminile, Bruno Mondadori, 2007
- N. Dalla Chiesa, Le ribelli. Storie di donne che hanno sfidato la mafia per amore, Melampo, 2006
- C. Longrigg, L'altra metà della mafia. L'anima femminile di Cosa Nostra, 'Ndrangheta e camorra. Donne che comandano, che subiscono e che combattono, Ponte alle Grazie, 1997
- Renate Siebert, Le donne, la mafia, Il Saggiatore, 1997 (prima ed. 1994)
- L. Madeo, Le Donne della mafia. Vittime, complici e protagoniste, Mondadori, 1994
- S. Rizza, Una ragazza contro la mafia. Rita Atria, morte per solitudine, La Luna, 1993
Video
- Video youtube - Puntata "Blu Notte"
- Video La Storia siamo noi - Puntata "Donne di Mafia. L'urlo e il silenzio"