Mer, 2010-03-31 19:00
Il Comune di Vicenza aderisce ad Avviso Pubblico. L’intervista al Sindaco, Achille Variati.
Nel mese di marzo un nuovo comune del Veneto, quello di Vicenza ha aderito ad Avviso Pubblico. In questa intervista il Sindaco Achille Variati illustra le ragioni di questa decisione.
Da quanto tempo ricopre la carica di Sindaco?
Dal 2008, per quanto riguarda questa mia seconda esperienza. Ma oggi trovo significativo ricordare anche il precedente mandato, che risale al 1990-95, quando divenni sindaco a trentasette anni. Dopo due anni di mandato, di fronte al tracollo della Prima Repubblica e dei partiti tradizionali, formai in autonomia una nuova giunta, “giovane” anagraficamente e politicamente. Negli anni di Tangentopoli, degli arresti di tanti navigati pubblici amministratori, delle inchieste sulla corruzione, Vicenza fu tra le poche amministrazioni a uscire indenne dal ciclone giudiziario, senza avvisi garanzie e tantomeno arresti.
Perchè il Comune di Vicenza ha deciso di aderire ad Avviso Pubblico?
Perché oggi più che mai occorre schierarsi apertamente a favore della legalità e del rispetto delle regole. E perché l’adesione ad Avviso Pubblico vuol dire entrare in rete, e in relazione, con altre pubbliche amministrazioni decise a operare scelte concrete a favore di una cultura civica virtuosa. L’Italia ha un fondamentale bisogno di trovare coesione alla base del proprio tessuto istituzionale, dove l’azione dell’ente locale ha notoriamente un impatto immediato sulla vita della comunità.
Cosa significa per lei impegnarsi per l'affermazione della legalità e della giustizia contro le mafie e l'illegalità?
Ispirare ogni atto politico e amministrativo, anche quello apparentemente più modesto, a rigorosi principi di trasparenza e democrazia. In modo da saper rendere conto a ogni singolo cittadino delle ragioni non solo di ogni scelta, ma anche delle modalità con cui la si mette in pratica. Mi riferisco soprattutto alle procedure utilizzate in tema di bandi e pubblici concorsi, e ai criteri di spesa di volta in volta adottati.
Quali attività e progetti il suo Comune ha messo in atto per promuovere una cultura della legalità democratica?
Crediamo che un forte incentivo alla cultura della legalità democratica possa venire dalla promozione della partecipazione dei cittadini alla gestione della cosa pubblica. Da una parte, dopo la fine delle circoscrizioni politiche, siamo impegnati ad alimentare e incentivare, attraverso l’azione dell’assessorato al decentramento, nuovi rapporti con i quartieri, basati sul contatto diretto con i singoli cittadini e le associazioni. Dall’altra siamo interessati a utilizzare tutte le potenzialità positive delle nuove tecnologie, come i consigli comunali trasmessi in diretta via web, tutti archiviati in Rete ormai da un anno. Infine, ci piace caratterizzare in tal senso anche la programmazione culturale del Comune, come dimostra l’imminente “Settimana della Legalità”, proposta assieme all’associazione Libera.
Quali ostacoli ha incontrato e quali situazioni hanno favorito il suo operato su questo versante?
Le due medaglie d’oro appuntate sulla bandiera del Comune vengono dalla partecipazione della città a capitoli di storia patria che si chiamano Risorgimento e Resistenza. Se un sindaco incontrasse ostacoli all’affermazione della legalità e della democrazia in un comune che ha simili tradizioni, saremmo davvero messi male. Per fortuna a Vicenza siamo bel lungi da scenari del genere, tanto che, al contrario, posso contare sul pieno sostegno dei cittadini in ogni iniziativa mirata al rispetto della legalità democratica.
Cosa chiede ai partiti e a chi ci governa oggi per lottare più efficacemente contro la mafia?
Di non limitare la propria azione alla sola parte repressiva, per altro sempre necessaria e lodevole. Non basta se, oltre alle cosche ereditate dal passato, si vuole vincere la mafia nascosta dietro le vesti legali di certe società per azioni, finanziarie, associazioni fondate per secondi fini. Per affermarsi anche su questo piano servono una cultura e una pratica quotidiana della legalità in grado di trasformarsi in sentire comune, condiviso da tutti i cittadini.
Curriculum di Achille variati
Nato a Vicenza nel 1953, Achille Variati si è laureato in matematica all’Università di Padova, iniziando subito dopo a lavorare in banca. Entrato nella Democrazia Cristiana sul finire degli anni Settanta, viene eletto per la prima volta consigliere comunale nel 1980. Dieci anni dopo la prima elezione a sindaco, e la guida di una giunta di centrosinistra che dura fino al 1995. Da allora, per tre mandati consecutivi, viene eletto come consigliere regionale nelle liste del Partito Popolare prima, e di Uniti per l’Ulivo poi. Durante il suo ultimo quinquennio a Venezia diventa vicepresidente del Consiglio Regionale, nonché capogruppo del Partito Democratico, schierato sui banchi dell’opposizione alla giunta di centrodestra. Nel 2008 il ritorno nella sua Vicenza dove, dopo avere vinto le elezioni primarie del centrosinistra, viene candidato sindaco, per vincere al ballottaggio contro la candidata del centrodestra Lia Sartori.