Mer, 2011-07-27 19:30
Gioco d’azzardo: il Comune di Empoli approva un regolamento per prevenire le infiltrazioni della criminalità e la dipendenza patologica. Intervista all’assessore Torrigiani
“Per ogni euro che entra nelle casse dello Stato proveniente dal gioco lecito, ce ne sono almeno altri dieci che finiscono nelle casse della criminalità organizzata, da gioco lecito e illecito”. E’ stata questa l’opinione espressa dal Giuseppe Pisanu, Presidente della Commissione parlamentare antimafia, nei giorni scorsi a Torino. Lotto, superenalotto, slotmachine, gratta e vinci, bingo, totocalcio, videopoker. Sono queste alcune delle attività di intrattenimento che appassionano tantissimi italiani e dalle quali lo Stato ricava parte delle sue entrate tributarie. Secondo i dati ufficiali sarebbero ben 30 milioni coloro che, durante il 2010, si sono rivolti almeno una volta alla dea bendata, mentre a 11 milioni ammonterebbero quelli abituali. E, come spesso accade quando vi è un buon mercato, la mafia lo fiuta e cerca di inserirsi. Il gioco d’azzardo, come attesta una recente relazione della Commissione parlamentare antimafia, rappresenta un formidabile strumento per riciclare ingenti quantità di denaro illecito. Il sen. Luigi Li Gotti, coordinatore del comitato antiriciclaggio, nella sua relazione presentata pochi giorni fa in Commissione, ha testimoniato come “il mercato parallelo del gioco illegale vale almeno 30 miliardi”. Il business per le mafie è dunque pari alla metà delle entrate da scommesse e giochi legali.
Nonostante la Commissione parlamentare antimafia abbia denunciato questa situazione, il 18 luglio 2011 con l’approvazione della legge finanziaria è stato dato il via libera al gioco d’azzardo on-line. Una norma già sperimentata con il decreto Abruzzo a sostegno delle zone terremotate ed ora definitivamente entrata in vigore. La rete si trasformerà in un vero e proprio casinò, permettendo agli appassionati di prender parte a tavoli virtuali direttamente da casa propria.
In Italia, il Comune di Empoli, già da alcuni anni iscritto ad Avviso Pubblico, ha ragionato su questa problematica, interrogandosi su quali strumenti un ente locale può mettere in campo per favorire la prevenzione, sia rispetto all’infiltrazione criminale che alla dipendenza patologica da gioco.
L’assessore Filippo Torrigiani ha elaborato e fatto approvare uno specifico regolamento, che è diventato un modello per molti enti locali italiani. Per comprendere di cosa si tratta lo abbiamo intervistato.
Intervista all'assessore Torrigiani
Com’è nata l’idea di elaborare un regolamento sull’apertura e sulla gestione delle sale giochi?
L’idea di elaborare un regolamento sull’apertura e la gestione delle sale giochi è nata da un’esigenza specifica: quella di riuscire ad avere un maggior controllo su tutte le attività di gioco presenti sul nostro territorio. Negli ultimi tempi, anche da noi il problema è cresciuto sempre di più, favorito dalla crisi economica che spinge molte persone a tentare la sorte. Con il regolamento abbiamo cercato di trovare un modo per scoraggiare questa brutta abitudine, che facilmente si trasforma in dipendenza.
Cosa stabilisce questo regolamento?
Il regolamento, votato all’unanimità dal consiglio comunale di Empoli, stabilisce delle norme specifiche per quanto riguarda le distanze che le sale giochi devono avere da luoghi “sensibili” come ad esempio le scuole; le condizioni igienico-sanitarie; l’impatto con l’ambiente circostante. E determina una fascia oraria di apertura e di chiusura dell’attività (non prima delle 14.00 non dopo le 24.00) per circoscriverne la fruibilità. Il regolamento, inoltre, obbliga i gestori a distribuire materiale sul tema del gioco responsabile e i recapiti di associazioni che si occupano di curare la dipendenza da gioco.
Lei ha stabilito anche l’orario di accensione delle macchinette nei bar
Sì, ma dopo l’intervento della Corte Costituzionale che ha stabilito dei limiti al potere di ordinanza dei sindaci questo parte è stata congelata. Abbiamo scritto al Ministro Maroni e siamo in attesa di una risposta.
Qual è l’obiettivo?
Il nostro regolamento mira a garantire la sicurezza e l’ordine pubblico cercando un equilibrio con quanto previsto dall’art. 41 della Costituzione in materia di libertà d’impresa e avendo particolare attenzione per le fasce sociali più sensibili, come i giovani. Il nostro regolamento mira a diffondere un’educazione al gioco, valorizzandone la funzione di aggregazione sociale ed il momento di comunicazione tra individui.
Il suo regolamento è diventato un modello per molti enti locali italiani e lei, che siede nel Comitato Direttivo di Avviso Pubblico, si è fatto promotore di una proposta di carattere nazionale. In cosa consiste?
Con Avviso Pubblico stiamo cercando di creare una rete nazionale di enti locali del gioco responsabile, partendo da un’esperienza che alcuni comuni hanno già avviato in provincia di Varese. È necessario creare un vero e proprio regolamento nazionale del gioco responsabile con l’obiettivo di impedire alle fasce più giovani e fragile della popolazione di cadere nella rete del gioco d’azzardo. È importante, come amministratori locali, attrezzarsi per affrontare le conseguenze più devastanti di questa dipendenza che, non dimentichiamolo, ricadono non solo sul singolo giocatore, ma anche sulla famiglia e sull’intera comunità.
Nel mese di giugno il Comune di Empoli ha organizzato anche un primo corso di formazione …
Il Comune, insieme all’Asl, alla Polizia di Stato, a Confesercenti, e ad un’associazione che opera nel settore del gioco lecito, abbiamo organizzato un corso di formazione rivolto agli esercenti in materia di normative e di dipendenze da gioco. Al termine del corso, abbiamo consegnato loro il logo del gioco responsabile creato dagli studenti del liceo artistico di Empoli. Si tratta del primo corso del genere a livello nazionale.
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