Mer, 2006-07-19 16:55

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La politica deve fare di più nella lotta alla mafia. Giornata in memoria di Paolo Borsellino

Oggi, 19 luglio 2006, ricorre il 14° anniversario della strage di Via Mariano D'Amelio, in cui furono barbaramente uccisi il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walder Eddie Cosina, Claudio Traina.

Il Pubblico Ministero Antonio Ingroia, allievo di Borsellino, ha scritto un editoriale sull'edizione palermitana di La Repubblica , in cui rivolge precise richieste al mondo politico. Il Parlamento deve « attivare una Commissione nazionale antimafia che sia motore di serie inchieste politiche, su questioni cruciali, come la stagione delle stragi e della trattativa e la questione dei rapporti mafia-politica» afferma Ingroia, il quale prosegue: «Alla politica spetta il compito più gravoso di riconquistare il suo vero 'primato', un primato virtuoso. Riattivare il circuito della responsabilità politica, restituire ai cittadini la politica, una politica come rinnovamento. Ripulita dalle collusioni, dalle connivenze e dalle clientele. Difendere l'autonomia della magistratura e l'indipendenza e la libertà di informazione».

Un richiamo certamente importante e forte considerate anche le parole di Rita Borsellino, sorella del magistrato, la quale afferma: «Mio fratello Paolo ripeteva spesso di non credere alla volontà della politica di sconfiggere veramente la mafia. Anch'io sono del suo stesso pensiero».

Il ministro della giustizia Mastella ha affermato: «La mia presenza in via d'Amelio a Palermo è la testimonianza che bisogna combattere contro la mafia e continuare a farlo in maniera molto forte e determinata con l'assistenza da parte di tutti all'interno dello Stato e delle istituzioni».

Per la strage di Capaci (23 maggio 1992) e di via D'Amelio, il 21 aprile scorso la Corte d'Assise di Catania ha condannato all'ergastolo i capimafia Salvatore Montalto, Carlo Greco, Pietro Aglieri, Giuseppe Farinella, Salvatore Buscami, Francesco Madonna, Giuseppe Madonna, Giuseppe Montalto, Nitto Santapaola, Mariano Agate, Pippo Calò, Antonino Geraci e Benedetto Spera. Pene più miti, invece, per due collaboratori di giustizia: Antonino Giuffrè e Stefano Ganci, condannati rispettivamente a 20 e 26 anni di carcere.

 

Per saperne di più:

  • U. Lucentini, Paolo Borsellino , San Paolo Edizioni, 2003

  • L. Zingales, Paolo Borsellino. Una vita contro la mafia , Limina, 2005

 

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